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Tiziana Pavani, uccisa mentre dormiva in casa: il killer condannato a 20 anni

Il gup del tribunale di Milano Sofia Fioretta non ha riconosciuto l’aggravante della premeditazione per il killer della donna.
A cura di Enrico Tata
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Prima di uccidere nel sonno Tiziana Pavani si era anche tolto i vestiti. "Per non macchiarli di sangue", hanno ricostruito gli inquirenti, che per questo avevano chiesto per il killer l'aggravante della premeditazione e quindi la condanna all'ergastolo per omicidio volontario. I giudici non hanno accolto la richiesta della pm Maria Letizia Manella e hanno condannato l'assassino, Luca Raimondo M, 33 anni e reo confesso, a venti anni di reclusione. Il killer aveva chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato.

L'omicidio è avvenuto il 12 gennaio scorso in un appartamento in via Mangiarotti, a Baggio, alla periferia ovest di Milano. Pavani, 55 anni e il suo assassino, si erano conosciuti su internet poche settimane prima del delitto. Avevano cominciato a frequentarsi. Lui, cocainomane, le aveva prestato 2.500 euro, lei non riusciva a restituirglieli. L'ultima e fatale lite tra i due scoppiò proprio per questo motivo. Luca la uccise, lasciò l'appartamento in perfetto ordine, ma le rubò il bancomat e aprì la valvola del gas in cucina.

La cugina della vittima: "Vergognoso non riconoscere la premeditazione"

Il gup Sofia Fioretta ha anche condannato l'uomo a pagare 180mila euro ai familiari della donna. Inoltre il giudice non ha accolto la richiesta avanzata dalla difesa di un'integrazione alla perizia psichiatrica a cui è stato sottoposto il killer e che aveva stabilito che al momento dell'omicidio era in grado di intendere e di volere. "E' vergognoso non riconoscere la premeditazione quando qualche giorno prima del delitto ha anche guardato su internet le istruzioni per uccidere. Sfido che poi uccidono noi donne come niente, ci vorrebbero pene esemplari", ha dichiarato una cugina della vittima.

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