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Terremoto, bloccato il funerale di Diego Galante: manca un certificato

Senza il documento di sepoltura, che il Comune di Amatrice avrebbe dovuto trasmettere a quello di Milano, le esequie della vittima lombarda del sisma del 24 agosto sono rinviate a data da stabilirsi. La denuncia dei parenti.
A cura di Ida Artiaco
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Diego Galante, vittima brianzola del terremoto del 24 agosto
Diego Galante, vittima brianzola del terremoto del 24 agosto (Facebook).

Non c'è pace per Diego Galante, il quarantenne originario di Milano ma residente ad Agrate Brianza morto a causa del sisma che lo scorso 24 agosto ha completamente distrutto la città di Amatrice, in provincia di Rieti, dove si trovava in vacanza con la sua compagna, la filippina Sook Mancini, anche lei tra le vittime del terremoto. Il suo funerale, che si sarebbe dovuto svolgere lo scorso 30 agosto, è stato rimandato a data da stabilirsi a causa della mancanza di un documento. Si tratterebbe del certificato di sepoltura, che per il Comune di Milano deve essere prodotto in originale da quello di Amatrice. Senza questo pezzo di carta, le esequie non potranno essere celebrate.

A denunciare il problema burocratico sono stati i familiari dell'uomo, che restano in attesa di novità. E' il padre a intervenire e a raccontare questo piccolo grande dramma: "Nel 2016, dove tutto viene fatto via internet – ha lamentato -, il Comune ci chiede un documento originale che non può essere mandato né via fax, né via mail con la Pec". Il feretro di Diego è arrivato in Lombardia all'inizio della scorsa settimana per il funerale che si sarebbe dovuto svolgere nella parrocchia del quartiere di Turro, dove è cresciuto. Per il momento resterà all'obitorio di Lambrate fino a nuovo ordine.

Galante si trovava ad Amatrice insieme alla sua compagna di nazionalità filippina per la famosa sagra dell'amatriciana quando entrambi sono stati travolti dal terremoto. Con loro erano anche i due figli di lui, avuti da una precedente relazione, che però sono stati miracolosamente estratti vivi dalle macerie.

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