Studente morto a Milano, i presidi: “Aboliamo le gite scolastiche”
Troppo pericoloso, troppi rischi, ma sopratutto nessuno scopo educativo ma solo un appuntamento dedicato alla trasgressione a tutti i costi. Per questo i presidi italiani vogliono dire basta a gite e campi scuola, dopo l'ennesima morte in gita, quella di Elio Barbetti precipitato dal sesto piano dell'hotel dove alloggiava con la sua classe, dopo aver visitato l'Expo di Milano. La morte del 17enne arriva a pochi mesi di distanza da quella di Domenico Mauroantonio, deceduto in circostanze simili.
"Oggi, il viaggio d'istruzione non svolge la funzione di un tempo: di socializzazione tra docente e studente. Non ho difficoltà ad ammetterlo: abolirei del tutto i viaggi d'istruzione classici", a dichiararlo è stato Giorgio Rembando, numero uno dell'Associazione nazionale dei presidi, durante un colloquio con il quotidiano la Repubblica. "Questi viaggi hanno sempre meno senso – prosegue Rimbaudo – Nella nostra epoca, la mobilità degli studenti è molto più elevata di un tempo. Con biglietti agevolati, voli low cost e prezzi abbordabili ormai partono quasi tutti. Non è come un tempo in cui per molti ragazzi il viaggio d'istruzione costituiva un'occasione per uscire dal proprio contesto familiare".
Il portavoce dei presidi così difende quegli insegnanti che non vogliono prendersi la responsabilità di accompagnare i ragazzi: "Le responsabilità che si assumono non possono avere copertura completa. Come mostrano gli ultimi incidenti, le modalità sono sempre le stesse. Rifiutare di accompagnare i ragazzi in viaggio mi sembra a questo punto un gesto di responsabilità. I professori non hanno modo di controllare per tutto il tempo i ragazzi".