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Strangola la madre alla vigilia di Natale: non dormiva da 9 giorni

Un’insonnia grave e prolungata che ne avrebbe minato le capacità cognitive inducendo uno stato di disperazione e stress. Questo secondo gli inquirenti lo stato psicofisico in cui si trovava Giovanni Bonelli quando ha strangolato la madre e poi ha tentato il suicidio la scorsa vigilia di Natale.
A cura di Valerio Renzi
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Il gesto di Giovanni Bonelli, l'ingegnere di 35 anni che la vigilia di Natale ha strangolato la madre e poi si è gettato dalla tromba della scale tentando di uccidersi, si potrebbe spiegare con una grave e prolungata insonnia che avrebbe generato le condizioni di fragilità e stress che hanno indotto il raptus di violenza incontrollata e poi il tentativo di togliersi la vita.

Gemma Majorino, è deceduta il 4 gennaio dopo giorni di agonia. Quando il figlio si è tolto la cintura e l'ha strangolata ha fatto appena in tempo a rendersi conto di quanto accadesse. Uno scoppio di violenza durato poche decine di secondi ma sufficiente affinché accadesse l'irrecuperabile. Nessun problema apparente Giovanni Bonelli, padre di due figli e coniugato, ma erano almeno 9 giorni che non dormiva, affetto da un'insonnia che ne avrebbe minato profondamente le capacità cognitive.

Questa l'ipotesi degli inquirenti, riportata dal Corriere della Sera, che hanno ricostruito gli ultimi giorni di vita dell'uomo. Da una gita in montagna a sciare condotta per stancarsi tanto da riuscire a dormire. E pensare che era stato proprio l'uomo a chiedere alla madre di 68 anni, insegnante in pensione, di ospitarlo, convinto che il frastuono provocato dai giochi dei figli piccoli non lo avrebbe aiutato a conciliarsi con il sonno. Ora il 35enne si trova in coma indotto a causa delle fratture multiple su tutto il corpo.

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