Spuntano i marchi sui rifiuti recuperati nel lago d’Iseo: è caccia ai responsabili
Continua l'ispezione dei sommozzatori dei carabinieri di Genova dei fondali del lago d'Iseo dove è stata ritrovata una vera e propria discarica abusiva. Da lunedì 30 settembre i militari sono impegnati in una vasta operazione volta a individuare quali e quanti rifiuti sono presenti nelle acque del Sebino. Finora è stata individuata una montagna di rifiuti alta almeno 10 metri e larga 4 nella quale sono presenti scarti di lavorazione della gomma, pneumatici e anche carcasse d'auto. Per questo nella giornata di ieri i sub hanno prelevato alcuni campioni da far analizzare all'Arpa: acqua, scarti di guarnizioni e sedimenti fangosi sono stati consegnati ai tecnici che dovranno verificare la tipologia e l'inquinamento delle acque del lago.
Su molti degli scarti individuati e poi prelevati i militari hanno rinvenuto anche i marchi di produzione delle aziende alle quali appartengono. L'ispezione più importante è avvenuta in zona Corno di Tavernola in provincia di Bergamo. I risultati delle analisi e delle ispezioni finiranno poi in procura a Bergamo dove è stata aperta un'inchiesta: al momento è stat presentata una denuncia contro ignoti. Ma si dovrà capire la tipologia di rifiuti, il loro grado pericolosità per la salute e l'ambiente. Mentre si aperta anche la caccia ai responsabili da dove individuare: per loro potrebbe concretizzarsi l'ipotesi di reato ambientale, anche se individuare il colpevole non è una cosa così semplice. La scioccante scoperta non stupisce i comitati ambientalisti, Legambiente in primis: le analisi già condotte due anni fa avevano infatti individuato una massiccia presenza di microplastiche nel Sebino, riscontrando una densità media di 63mila particelle per chilometro quadrato.