Spese pazze con soldi della Lega, chiesto un anno di carcere per Riccardo Bossi
Alla fine della sua requisitoria, il pubblico ministero di Milano Paolo Filippini ha chiesto un anno di carcere e 350 euro di multa, con pena sospesa, per Riccardo Bossi. Il figlio del Senatur e fondatore della Lega Umberto Bossi è imputato per appropriazione indebita aggravata per aver speso circa 158mila di soldi del partito a fini personali. Le spese contestate sarebbero state effettuate tra il 2009 e il 2011: riguardano noleggi auto, debiti vari, rate universitarie, bollette e abbonamenti a pay-tv.
La sentenza il 14 marzo
Riccardo Bossi è imputato con rito abbreviato. Il procedimento è una costola di un altro processo ormai noto come "The family", chiamato così per via del nome di una cartelletta sequestrata a uno degli imputati, l'ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito. Oltre a lui, sono imputati con rito ordinario proprio Umberto Bossi e il figlio minore del Senatur, Renzo. All'interno della cartella custodita da Belsito ci sarebbero prove che secondo l'accusa dimostrerebbero il reato commesso da Riccardo Bossi, come una lettera in cui il primogenito di Umberto chiede a Belsito 53mila euro dicendo di averne parlato col padre.
Per l'imputato il pm ha chiesto le attenuanti generiche, in quanto il reato sarebbe stato commesso in un clima di malcostume così radicato da non far percepire con esattezza la gravità di quanto accadeva. Per la sentenza bisognerà adesso attendere il 14 marzo. A settembre, invece, partirà un altro processo che vede Riccardo Bossi imputato per truffa per avere, secondo l'accusa, acquistato orologi e gioielli senza pagarli.