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Sondrio, insulti a una mamma nigeriana che ha perso la figlia. Meloni: “Che schifo, non ho parole”

Mamma nigeriana insultata all’ospedale di Sondrio. Le reazioni dei politici. La viceministra Ascani: “Ribelliamoci a tanto cinismo”. Giorgia Meloni: “Non ho parole”. Renzi: “Diamoci una regolata. E riscopriamo, almeno, il senso della parola ‘Vergogna’”.
A cura di Enrico Tata
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Una mamma ha perso la sua bambina di appena cinque mesi all'ospedale di Sondrio. Ha pianto, si è disperata, ma per qualcuno le sue grida strazianti erano "un rito tribale" o addirittura "un rito satanico", è stata derisa dagli altri pazienti ed è stata chiamata scimmia. A riportare la notizia un editoriale pubblicato su Sondrio Today. "Fatela tacere, scimmia. Tanto ne sfornano uno all'anno'. A Sondrio una donna nigeriana derisa in ospedale perché urlava per la morte della figlia di soli cinque mesi. Da madre non posso che provare profondo disprezzo per chi è così infame da insultare una donna straziata dal dolore più atroce che un essere umano possa provare. Non ho parole, che schifo", è il commento della presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. Sulla vicenda è intervenuto anche il leader di Italia Viva, Matteo Renzi: "Muore una bimba di cinque mesi. In ospedale la madre, nigeriana, urla straziata da un dolore disumano. Per tutta risposta riceve insulti razzisti. Succede nel profondo Nord, in Italia, nel 2019. Io dico: diamoci una regolata. E riscopriamo, almeno, il senso della parola ‘Vergogna'. Un abbraccio a quella mamma. E un pensiero speciale a tutte le famiglie che vanno avanti dopo la perdita di un figlio". 

Ascani: "Ribelliamoci a tanto cinismo"

Anche la viceministra dell'Istruzione Anna Ascani ha parlato di un vero e proprio "festival dell'orrore": "Parole di un cinismo spaventoso. Che fanno raggelare il sangue. Che feriscono nel profondo, non solo quella donna a cui il destino ha appena strappato la figlia, ma tutte le persone perbene. Ma come si fa a essere così cattivi? Come si fa a infierire davanti al dolore più grande? Quelle parole intrise di odio razziale, di cinismo, di totale mancanza di empatia, ci descrivono un'umanità smarrita. Mi chiedo: se quelle urla disperate fossero state di una donna italiana, la reazione sarebbe stata la stessa? Non ci si vergogna più di essere razzisti. Anzi, lo si vuole esternare. Lo si vuole far sapere. Ci si vanta. Questo fa paura. Questo è il male del nostro tempo che dobbiamo combattere con tutta la nostra forza e determinazione. Non ci voltiamo dall'altra parte. Ribelliamoci a tanto cinismo". 

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