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Serravalle, chiesti 4 anni per l’ex presidente della Provincia di Milano Penati

Il pm di Monza Franca Macchia ha chiesto 4 anni di reclusione per l’ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati, imputato per corruzione e finanziamento illecito ai partiti nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta sul cosiddetto “sistema Sesto”. Penati: “Sono stupito e amareggiato, dopo più di 5 anni di indagini e dopo il dibattimento, non è emersa alcuna prova a mio carico”.
A cura di F.L.
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Al termine di una requisitoria durata 7 ore, condotta sfidando il caldo, il pubblico ministero di Monza Franca Macchia ha chiesto una condanna a 4 anni di reclusione "senza attenuanti" per Filippo Penati, l'ex presidente della Provincia di Milano in quota Pd imputato per corruzione e finanziamento illecito ai partiti nel'ambito della gestione della società Milano Serravalle. Il pm ha chiesto altre 8 condanne per gli imprenditori Piero Di Caterina e Giuseppe Pasini (rispettivamente 2 anni e un anno e mezzo), per l’ex segretario della Provincia milanese Antonino Princiotta (2 anni), per i manager del gruppo Gavio Norberto Moser e Bruno Binasco (rispettivamente 2 anni e mezzo e un anno e 8 mesi), per l’architetto Renato Sarno (2 anni e mezzo) e per i dirigenti della Milano Serravalle Massimo Di Marco e Gian Lorenzo De Vincenzi (un anno e mezzo e un anno e 4 mesi). Chiesta solo un'assoluzione: per Giordano Vimercati, ex braccio destro di Penati.

Penati e il "Sistema Sesto"

Il filone sulla Milano Serravalle si inserisce nell'inchiesta sul cosiddetto "Sistema Sesto", ossia l'intreccio tra politica e imprenditoria che secondo l'accusa sarebbe stato creato dall'allora sindaco Pd di Sesto San Giovanni, Filippo Penati, per finanziare il partito in cambio di concessioni edilizie su alcuni terreni, tra cui in particolare quelli delle ex industrie Falck e Marelli (vicenda su cui è intervenuta la prescrizione). L'inchiesta era nata a Milano dalle bonifiche dell'area Santa Giulia ed era poi stata trasferita alla procura di Monza. Il grande accusatore di Penati è l'imprenditore Piero DI Caterina, titolare dell'azienda di trasporti Caronte: è sua un'e-mail inviata a Penati e al manager del gruppo autostradale Gavio in cui si lamentava "dei prestiti milionari fatti a Penati" e alla "politica in generale", mai rientrati. Prestiti che dovevano servire per alimentare quel "sistema di relazioni dalle quali dovevano nascere situazioni favorevoli", come aveva scritto lo stesso Di Caterina.

Penati e la Serravalle

In relazione alla gestione della Milano Serravalle, il cui 15 per cento di azioni fu acquistato dalla Provincia di Milano nel 2005, il pm ha individuato in Penati la figura "dell’amministratore di fatto". L’architetto Renato Sarno sarebbe stata invece la longa manus di Penati all'interno della società, dove sarebbero stati piazzati uomini di fiducia dell'ex presidente. Per il pm si è trattato di "mercimonio della funzione pubblica" e  di "occupazione manu militari della società". Contestato a Penati, anche il presunto finanziamento illecito tramite l'associazione culturale Fare Metropoli.

Penati: "Sono stupito e amareggiato"

Subito dopo la requisitoria del pm è arrivata una nota da parte dell'ex presidente della Provincia: "Sono stupito e amareggiato, perché la richiesta della procura è preconfezionata oltre che esagerata; non tiene conto della verità emersa nel processo in cui gli stessi miei accusatori, dopo essersi più volte contraddetti, hanno ritrattato – il riferimento è all'architetto Renato Sarno, che ha ritrattato le sue accuse, ndr -. Credo in una giustizia che esula dalle tesi precostituite o dalle convinzioni personali – ha aggiunto Penati -. Nel mio caso, dopo più di 5 anni di indagini e dopo il dibattimento, non è emersa alcuna prova a mio carico; non mi sarei aspettato tanta ostinazione". Lo scorso aprile, per la vicenda dell'acquisto delle azioni della Serravalle da parte della Provincia di Milano, la Corte dei conti ha assolto Filippo Penati e gli altri componenti della giunta provinciale.

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