Sequestro per terrorismo: chiesti 24 anni per dirottatore del bus, Sy volta le spalle alla corte
Una condanna a 24 anni di carcere per sequestro con finalità di terrorismo, strage e incendio. È la richiesta formulata dal pubblico ministero milanese Luca Poniz nella sua requisitoria del processo a carico di Ousseynou Sy, l'autista che il 20 marzo 2019 dirottò a San Donato Milanese un autobus carico di studenti delle scuole medie, poi incendiato.
Autobus incendiato a San Donato: chiesta condanna a 24 anni per Ousseynou Sy
I ragazzini, con due insegnanti e una bidella, si salvarono per miracolo grazie al loro coraggio e all'intervento dei carabinieri. L'accusa ha quindi riformulato uno dei capi di imputazione aggravadolo: l'ipotesi di sequestro è stata trasformata in sequestro con finalità di terrorismo. L'imputato, presente in aula, ha dato le spalle alla Corte d'Assise e al pm, che è affiancato dal responsabile dell'antiterrorismo milanese, Alberto Nobili.
Il principale obiettivo di Sy, ha detto il pubblico ministero, era "creare una situazione concreta di pericolo in grado di destare allarme nell'opinione pubblica e intimidire la popolazione". Per questo si configura, secondo l'accusa, il reato sancito dall'art. 298 bis del codice penale che punisce "chiunque per finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico, sequestra una persona".
"Ha agito in maniera consapevole"
La perizia psichiatrica richiesta dalla Corte d'Assise, il cui risultato è arrivato pochi giorno fa, ha certificato che Sy ha messo "in atto un'azione di cui ben si rappresenta il significato e che porta avanti in maniera del tutto consapevole". Nessun vizio di mente quindi, ma un atto portato a termine con lucidità e consapevolezza. Parte civile nel processo sono le famiglie dei 51 alunni a bordo del mezzo, di cui alcuni assistiti dall'avvocato Antonio Ennio Andronico, il Comune di Crema e, per il solo reato di incendio, la società proprietaria del mezzo.