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Sequestrati 1200 immobili e un’azienda al commercialista del clan Mangano

Maxi sequestro di beni oggi in Lombardia. Un tesoro di 1200 beni immobili riconducibili alle attività di Rocco e Domenico Cristodaro, ritenuti i punti di riferimenti per gli affari e l’investimento di denaro del clan mafioso dei Mangano in Lombardia.
A cura di Valerio Renzi
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Maxi sequestro di beni riconducibili a Rocco Cristodaro, commercialista di origini calabrese ma da tempo residente a Palazzo Pignano, in provincia di Cremona, e ritenuto essere dagli inquirenti uno degli uomini che gestisce i beni e i gli investimenti del clan Mangano in Lombardia. L'uomo è accusato dagli inquirenti di aver messo su, assieme al fratello Domenico, una fitta rete di prestanome e società fittizie, per far perdere le tracce dell'origine dei soldi con cui è stato accumulato un tesoro immobiliare fatto di 1.200 beni e un'azienda, posti da oggi sotto sequestro.

Rocco e Domenico Cristodaro sono accusati anche di evasione fiscale, emissione di false fatture e di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. L'operazione, portata avanti dalle fiamme gialle di Crema, è arrivata al termine di un'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano. Il patrimonio messo sotto sequestro è stato stimato avere un valore di almeno cinque milioni di euro. Per Rocco Cristodaro è stato predisposto il regime di sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno per 3 anni e 6 mesi. Entrambi i fratelli erano già stati inquisiti per associazione a delinquere di stampo mafioso, sempre in rapporto alle inchieste sugli affari del clan Mangano. In particolare i due sarebbero gli uomini di fiducia di Giuseppe Porto.

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