Senza luce e gas, l’appello di due genitori: “Un lavoro per tirar su le nostre figlie”
La luce e il gas glieli hanno riattaccati il 29 aprile, dopo venti giorni in cui hanno potuto usare la casa solo per dormire. La fornitura è tornata grazie a un'amica, che ha saldato la bolletta e ha insistito per il riallaccio immediato con l'azienda titolare dei contratti. Ma la situazione di Luisa Iami e il marito Silverio Ciambrelli resta in bilico: i conti sono perennemente in rosso, hanno due bambine piccole da crescere. E chiedono un lavoro. Hanno cercato di andare avanti fino a quando è stato possibile, ma ora sono allo stremo e hanno affidato il loro appello al Corriere della Sera. La coppia vive in un appartamento di edilizia popolare Aler in zona Certosa, a Milano, insieme alle due figlie di 10 e 12 anni; con loro fino a qualche mese fa c'era anche l'anziano padre di lui, disabile al 100 per cento. La bolletta che ha portato al distacco della fornitura di gas ed energia elettrica era da 732 euro, cresciuta fino a quella somma anche a causa degli arretrati. Erano arrivati i solleciti, gli avvertimenti, infine il distacco della fornitura. Così, per venti giorni, la famiglia era rimasta senza luce e gas. La svolta è arrivata quando un'amica della coppia è venuta a sapere della loro situazione economica e si è fatta avanti per saldare il debito.
L'aiuto degli amici e il supporto del terzo settore, però, non bastano, e non sono sufficienti nemmeno i lavoretti saltuari con cui Luisa e Silverio cercano di mettere in tasca qualche soldo non appena ne hanno l'occasione; sulla loro condizioni economica hanno taciuto a lungo, ma adesso sono arrivati al punto di dover lasciare da parte la discrezione e di chiedere un aiuto a chiunque possa venire in loro soccorso offrendo un lavoro. Luisa ha lavorato come barista, ha fatto le pulizie, è stata anche dog sitter e responsabile di portineria; il marito è informatico, ma è anche lui pronto ad accettare qualsiasi incarico pur di lavorare.