Segrate, anziani gioiellieri minacciati con la pistola: arrestati rapinatori seriali in trasferta
Nove mesi fa avevano rapinato una gioielleria di Segrate, minacciando con le armi in pugno gli anziani titolari e rinchiudendoli in uno stanzino, per poi fuggire con un bottino del valore di circa 25mila euro. I carabinieri della compagnia di San Donato Milanese e i colleghi di Napoli hanno individuato, al termine di una lunga indagine, due rapinatori seriali ritenuti componenti di una batteria di professionisti che in passato hanno colpito gioiellerie in tutta Italia. I militari hanno eseguito questa mattina un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano nei confronti di Domenico Tavano, 37enne napoletano, attualmente agli arresti domiciliari, pregiudicato per lesioni, stupefacenti e rapine e nei confronti di Luigi Alamaro, 29enne residente a Giugliano in Campania, già detenuto per altra causa, pregiudicato per rapine, stupefacenti e armi.
Rapina a mano armata a Segrate: arrestati due trasfertisti napoletani
La mattina del 18 maggio 2019 i due malviventi erano arrivati alla gioielleria Pelagatti di Segrate a bordo di una Fiat Uno rubata. Dopo averla parcheggiata poco distante, erano entrati separatamente nel negozio. Il primo complice aveva mostrato alla proprietaria un braccialetto, una scusa per attirare la sua attenzione. Mentre la donna chiamava il marito per un consulto, era entrato anche il secondo rapinatore, che aveva estratto dalla cinta dei pantaloni una pistola e l'aveva puntata in direzione della donna che, spaventata, era fuggita nel retro del negozio. Alamaro si era allora avventato sul gioielliere, di 76 anni, puntandogli prima l'arma alla tempia e poi spingendolo insieme alla moglie in uno stanzino. I malviventi a quel punto avevano rubato dalla cassaforte, già aperta, rotoli di bracciali, catenine in oro giallo e bianco, girocolli e altri preziosi mettendoli dentro una borsa da supermercato.
Le indagini dei carabinieri
Dopo la rapina i carabinieri avevano trovato l'auto usata per il colpo, risultata rubata, con a bordo alcuni vestiti. Le indagini, coordinate dalla Procura di Lodi, sono partite dalle analisi dei filmati di videosorveglianza, dai riscontri del Dna sui capi di abbigliamento e dai riconoscimenti delle vittime: il ricordo dei rapinatori, durante quei momenti di terrore, è rimasto nitido nella memoria degli anziani gioiellieri. I militari avevano poi scoperto che i rapinatori avevano una seconda vettura d’appoggio, parcheggiata nelle vicinanze. Gli arrestati non erano nuovi a questo tipo di azioni. Secondo gli inquirenti facevano parte di una batteria di criminali che in passato ha preso di mira le più importanti gioiellerie di tutta Italia: nel mese di marzo scorso avevano rapinato una gioielleria a Follonica con lo stesso modus operandi, in precedenza un altro locale in provincia di Pesaro e Urbino. A casa dell’indagato, nel corso della perquisizione, i militari hanno sequestrato anche parte dell’abbigliamento con cui è stata commessa la rapina.