Scritta sul Pirellone per il Family Day: franchi tiratori sconfessano Maroni

Di quella scritta sul Pirellone, in occasione del Family Day, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ne aveva fatto una questione di principio, non volendo sentire ragioni alle critiche piovute un po' da tutte le parti per un uso che a molti è parso un po' troppo disinvolto delle prerogative istituzionali. Oggi in aula il consiglio regionale ha discusso proprio della liceità o meno della scelta di Maroni e il governatore è stato sonoramente sconfessato dal voto dei consiglieri che, chiamati al voto con scrutinio segreto da un ordine del giorno del Movimento 5 Stelle, hanno ribadito come la giunta deve "rispettare l'autonomia dell'aula". Tradotto: non usare i simboli e i palazzi istituzionali con messaggi non condivisi e non discussi.
Il voto sulla mozione del Movimento 5 Stelle è passato con 38 sì e 31 no. Quindi tra i fili della maggioranza sono spuntati ben sei franchi tiratori che hanno votato, con la copertura del voto segreto, contro il governatore. Assente in aula proprio Maroni, in missione istituzionale negli Stati Uniti. Il dispositivo del testo approvato impegna la giunta a "definire tutti gli strumenti legislativi ed organizzativi affinché la proprietà di palazzo Pirelli sia lasciata nella piena disponibilità del Consiglio regionale ed in particolare dell'ufficio di presidenza", e soprattutto sancisce che "qualsiasi iniziativa pubblica che coinvolga nel frattempo le strutture e gli uffici del palazzo".