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Sciopero generale, i No Expo invadono il cantiere di Rho

I No Expo invadono il cantiere di Rho: “Si può scioperare anche oltre il 12 dicembre, perché dignità e diritti non stanno di casa dove si lavora gratis o a ritmi massacranti”
A cura di Ester Castano
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Questa mattina poco prima delle 7 i no expo hanno invaso il cantiere di Rho. Gli attivisti sono riusciti ad entrare senza opposizione alcuna da parte delle forze dell’ordine all’interno del sito espositivo, spiegando agli operai che a quell’ora erano già in piena attività il perché dell’azione di protesta. “Expo è un evento privato della città vetrina basato sul lavoro volontario”, affermano volantinando e promuovendo lo sciopero generale che avrà inizio un paio d’ore dopo in centro Milano a largo Cairoli. Gli attivisti hanno posizionato al centro del cantiere gli striscioni del comitato, e fatto un giro fra i percorsi scavati dai caterpillar e i cumuli di terra spostati dalle ruspe. “Il nostro corteo a sostegno dello sciopero generale oggi parte da qui – dichiarano – ci troviamo davanti il jobs act, i decreti sfasciaitalia, una nuova retorica di governo dal sapore antico, padronale. Il tutto condito dal megaevento Expo 2015 e grandi opere come le Vie d’Acqua. Il tutto senza beneficio alcuno per la comunità e a scapito dei diritti e dei salari di chi vi lavora”. Qualcuno fra i capicantiere ridacchiava, qualche operaio ascoltava con interesse le argomentazioni del movimento no expo, mentre la Digos e un paio di volanti della Polizia di Stato cominciavano ad avvicinarsi al gruppo.

Ma particolari tensioni nessuna: “Abbiamo voluto incrociare le vite di chi nei cantieri di Expo ci lavora e suscitare in loro l’idea che Expo si possa scioperare anche oltre il 12 dicembre, perché dignità e diritti non stanno di casa dove si lavora gratis o a ritmi massacranti: in questi giorni anche i sindacati confederali cominciano a dubitare dei numeri rispetto al lavoro creato da Expo (4185 unità a oggi contro le 70mila sbandierate da sette anni a questa parte dagli expottimisti). Mentre volantinavamo ci guardavano quasi come giovani pecorelle, in realtà non hanno consapevolezza che stiamo facendo capire agli operai che stanno lavorando per la parte sbagliata e ai cittadini che Expo è spreco di denaro pubblico e opera dannosa per l’ambiente”, afferma un attivista no expo che questa mattina ha partecipato all’azione in cantiere.

Una immagine del cantiere di Rho
Una immagine del cantiere di Rho

E a proposito di ambiente fino a pochi giorni fa girando per il cantiere di Rho si potevano vedere le ruspe che scavando nel terreno estraevano numerosi copertoni di automobili, un segnale che dovrebbe porre qualche dubbio sul reale stato delle bonifiche effettuate su quello che il 1 maggio prossimo sarà inaugurato agli occhi del mondo come sito espositivo di Expo. I ritardi per la realizzazione dei padiglioni e delle opere collaterali all’esposizione sono visibili a qualunque pendolare che graviti nello snodo ferroviario di Rho Fiera: qui, a ridosso dei binari della stazione su cui si incrociano i treni che passando per Milano arrivano da Torino e Bergamo, si può sbirciare oltre le reti di plastica arancione e guardare con i propri occhi il reale avanzamento dei lavori. Terra, polvere, pozzanghere di fango, lastre di cemento: è questo il luogo che fra meno di cinque mesi ospiterà delegati, politici, imprenditori e turisti da tutto il mondo. A farne le spese, per Expo ‘Nutrire il pianeta – energia per la vita’ sono gli operai edili del cantiere, costretti ad intensificare il lavoro anche di notte per colmare i ritardi. In cambio, uno stipendio da miseria rispetto ai profitti che la grande opera porta a chi l’ha voluta e pianificata.

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