Scandalo biopsie all’ospedale San Paolo, si va verso la rimozione del primario
L'ospedale San Paolo si prepara a dare il ben servito al primario del laboratorio di anatomia patologica del nosocomio lombardo dopo lo "scandalo biopsie" emerso negli ultimi giorni. La decisione verrà annunciata con ogni probabilità già nelle prossime ore: lo scandalo era esploso dopo la scoperta dei referti di quasi mille esami per la diagnosi di sospetti tumori rimasti fermi per mesi.
Il nuovo primario verrà probabilmente nominato contestualmente all'allontanamento di quello attuale, che tornerà invece quasi certamente ad occuparsi di diagnostica delle patologie feto-placentari, ambito nel quale risulta tra i massimi esperti. Lo "scandalo biopsie" era stato indicato come "un fatto grave ed inaccettabile" da Giulio Gallera, assessore alla sanità di Milano.
Non è chiaro, invece, se saranno presi provvedimento anche per il direttore generale, che nel frattempo ha rimesso il mandato: niente dimissioni, ma la disponibilità a fare un passo indietro. Un'apposita commissione, invece, sta cercando di accertare le responsabilità di quello che è un vero e proprio scandalo, finora attribuito alla scarsità di medici dovuta a quanto pare alla fuoriuscita di due medici a novembre ed un terzo a gennaio.
In pratica, tra bandi che sarebbero partiti in ritardo e relative graduatorie slittate, nel laboratorio di analisi di sarebbero ritrovati a lavorare nel frattempo quattro medici, due dei quali precari (definiti "liberi professionisti") a trenta ore la settimana e pagati 22 euro lordi l'ora, ovvero circa 11 euro netto, come ricostruito dal Corriere della Sera che sta curando l'inchiesta. Una condizione lavorativa e retributiva che sarebbe comune ad altre centocinquanta persone al San Paolo. Dopo lo scoppio del caso, però, il nove febbraio i due precari del laboratorio di analisi sarebbero stati regolarizzati, mentre si sarebbero aggiunte altre tre assunzioni.