Sant’Ambrogio, Scola: “Il terrorismo si batte con l’integrazione”

"Misericordia e giustizia nell'edificazione della società plurale", questo il titolo del tradizionale discorso di Sant'Ambrogio, patrono di Milano, pronunciato dall'arcivescovo di Milano Angelo Scola. Il cardinale ha parlato di terrorismo e di Expo e della città di Milano, della situazione delle carceri italiane e dell'immigrazione fino a toccare i temi dell'accoglienza e della famiglia. Il terrorismo, dice Scola, "non potrà essere battuto senza un processo integrativo che domanda ricerca e promozione di “senso”, impossibile senza un intenso risveglio dell’Europa".
Immigrazione
"Non basta focalizzarsi sulle disumane, inaccettabili condizioni del viaggio dei migranti. Si deve guardare bene in faccia a un dato: queste persone sono costrette a sostenere simili fatiche per ragioni di assoluta necessità, come la difesa della vita, della libertà o la determinazione a lasciarsi alle spalle la fame e la miseria", ha detto l'arcivescovo. "L’immigrazione, infatti, non solo mette in campo la necessità di approfondire una cultura dell’accoglienza, ma anche e soprattutto un giudizio circa la radice dell’odierno sistema socio-economico che è all’origine del fenomeno migratorio"
Milano ed Expo
Scola ha accennato anche alle periferie Milanesi e all'Expo. "Milano è in crescita. Expo ha ridestato nella gente il gusto dei rapporti – ha il cardinale -. Anche se non in modo sempre adeguato ha sollevato questioni centrali come la necessità di risolvere la tragedia della fame nel mondo, di condividere il cibo, di superare la cultura dello scarto, ma ha lasciato aperto il compito di rispondere alla fame e alla sete di senso che ogni cittadino si porta dentro". E sulle periferie: "Papa Francesco ci chiede di imparare a guardare il mondo dalla periferia. Anche Milano patisce le contraddizioni sociali proprie di questo stato di cose: cito solo l’esclusione dei giovani dalla possibilità di vivere da protagonisti, negli affetti e nel lavoro. Tutti i soggetti che abitano la società plurale ambrosiana, praticando misericordia e giustizia possono trovare, e mi auguro trovino, un necessario punto di incontro e di lavoro comune", ha concluso l’arcivescovo.
Carceri
Centrale nel discorso il riferimento alla giustizia e alla situazione delle carceri italiane e in particolare alle sette carceri presenti nella diocesi di Milano. "Oggi il totale di detenuti in diocesi è di 4.368 adulti e più di 50 giovani al Beccaria. A questi vanno aggiunte le persone in esecuzione penale esterna (detenzioni domiciliari, affidamenti in prova ai servizi sociali): 6.500 circa su tutto il territorio lombardo. Mi sembra particolarmente significativo il cambiamento del quadro legislativo introdotto in Italia dal 2013, teso a rendere ancor più residuale la pena da scontare in carcere, per dare più spazio alle forme di esecuzione penale esterna. A dire di molti che, a diverso titolo, sono coinvolti con gli istituti di detenzione, l'esecuzione penale esterna al carcere è la miglior scelta possibile: abbatte la recidiva, dà provato esito di efficacia nel reinserimento sociale, incide meno sui costi della pubblica amministrazione e finisce per generare maggior sicurezza sociale".