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Sanremo, il sindaco di Bergamo Gori ironizza sulle critiche ai Pinguini tattici nucleari: “Al rogo!”

Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha preso le difese del gruppo musicale bergamasco “Pinguini tattici nucleari”, che si esibirà al prossimo Festival di Sanremo. Dopo le accuse di Red Ronnie, supportato da Matteo Salvini, secondo cui i pinguini inciterebbero alla violenza sulle donne, Gori ha usato l’iperbole ironica “Anche i Pinguini al rogo”, per argomentare la sua tesi: “L’arte non si deve giudicare con la morale e l’etica”.
A cura di Filippo M. Capra
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I Pinguini tattici nucleari (Foto dalla pagina Facebook del sindaco Gori)
I Pinguini tattici nucleari (Foto dalla pagina Facebook del sindaco Gori)

I "Pinguini tattici nucleari", gruppo musicale scelto da Amadeus per partecipare al settantesimo Festival di Sanremo che andrà in onda ai primi di febbraio, hanno trovato un ombrello grande abbastanza per ripararsi dalla pioggia di critiche che gli è caduta in testa negli ultimi giorni in Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e loro concittadino. A scagliarsi contro il gruppo bergamasco è stato inizialmente Red Ronnie, che in una diretta Facebook ha dichiarato che un musicista che compone "una canzone che incita a buttare dell'acido in faccia alla propria donna" non dovrebbe avere diritto a un palcoscenico così prestigioso come quello dell'Ariston. L'ormai ex dj ha fatto riferimento alla canzone "Irene", i cui primi versi recitano: "Irene, questa sera la faccia te la strapperei via, così faresti paura al mondo ma resteresti sempre mia".

Le accuse di Salvini e la difesa di Gori

A dar manforte all'ex disc jockey ci ha pensato Matteo Salvini, che su Twitter ha citato Ronnie e i "Pinguini", domandandosi: "Da dove sono usciti?". È stato proprio dopo questo post che il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha preso le difese del gruppo con un lungo post su Facebook, in cui ha usato un'iperbole ironica per stigmatizzare le accuse: "Anche i Pinguini Tattici al rogo!", è l'inizio del commento del primo cittadino orobico, che ha poi continuato: "I Pinguini violenti? Ma non scherziamo! “Irene” è una bella canzone d’amore, non la minaccia di sfregiatore pazzo". Gori ha poi sollevato dubbi circa la natura del giudizio nei confronti dell'arte, che non dovrebbe nascere dalla morale, specialmente da chi ha dato dimostrazione di dire l'opposto sui social: "Siamo tutti contro la violenza, contro i maltrattamenti e i femminicidi – anche Salvini, credo, nonostante in un tweet sia riuscito a dire che “donne violentate, stuprate e usate come oggetti” sono cose che si fanno a casa propria, non in diretta Rai – ma il punto è un altro: da quando in qua l’arte (e il repertorio) si giudica col criterio della morale?". È come dire che anche Vasco Rossi, Jimi Hendrix e Marco Masini per alcune loro canzoni sarebbero dovuti essere stati estromessi da ogni palco, così come avrebbero dovuto vietare le proiezioni di "Arancia Meccanica" di Kubrick o le rappresentazioni del "Tito Andronico" di Shakespeare. Il primo cittadino ha infine citato il giornalista Mattia Feltri, figlio di Vittorio: "Che l’arte debba avere a che fare con l’etica – ha scritto stamattina (ieri, ndr) Mattia Feltri – è la classica superstizione di chi l’etica l’ha riposta in cantina". Chiudendo il post con un incoraggiamento al gruppo: "Forza Pinguini!".

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