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Nuovo stadio di San Siro

“San Siro non si tocca”: coro di no al progetto di Inter e Milan. Sala: “Sarà un bel dibattito”

“San Siro è un simbolo di Milano e non si tocca”. Dalla Lega al Movimento 5 Stelle, ma anche parte della maggioranza di centrosinistra e Forza Italia, passando per i comitati di cittadini. All’indomani della presentazione del masterplan di Inter e Milan per il nuovo stadio, che prevede l’abbattimento dello storico Meazza, si è levato un coro di critiche e un compatto no alla demolizioni della ‘Scala del calcio’. Il sindaco Giuseppe Sala ha detto che prima di esprimere un giudizio aspetta che i tecnici comunali studino le 750 pagine di dossier, ma intanto avverte: “Si aprirà un bel dibattito politico perché lo stadio di San Siro ha un ruolo importantissimo”.
A cura di Simone Gorla
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"Credo che si aprirà un bel dibattito politico perché lo stadio di San Siro ha un ruolo importantissimo. Quindi prima capiremo tecnicamente i contenuti della proposta e poi andremo in Consiglio comunale". Il sindaco Beppe Sala, appassionato di calcio e tifoso, sa capire quando è il momento di "buttare la palla in tribuna". Ed è più o meno quello ha fatto rispondendo alle domande dei giornalisti, all'indomani della presentazione ufficiale del masterplan elaborato da Inter e Milan per il nuovo stadio nel quartiere San Siro, che dovrebbe sostituire lo storico Meazza destinato, nel piano delle società, a essere abbattuto. Il corposo dossier di 750 pagine è allo studio dei tecnici del comune e il primo cittadino per il momento non si sbilancia. Sala non ha mai nascosto i suoi dubbi sull'abbattimento dello stadio comunale, ma ora ha scelto la prudenza. "Il primo tema è capire se il progetto è in linea con il Pgt, con le leggi speciali sugli stadi, bisogna considerare tutto. Prima di esprimere un giudizio aspetto".

San Siro, Sala: Studiamo il dossier poi andremo in Consiglio comunale

"Di fronte alla proposta delle squadre è difficile che io mi possa girare dall'altra parte", ha precisato il sindaco ricordando allo stesso tempo che l'utilizzo di San Siro per la cerimonia di apertura del Giochi olimpici invernali del 2026 "è una promessa nel dossier olimpico e credo sia difficile non mantenerla". La linea dell'amministrazione è chiara: "Prima capiremo tecnicamente i contenuti della proposta e poi andremo in Consiglio comunale". Ed è proprio in aula che il maxi progetto da 1,2 miliardi di euro dei club milanesi rischia di incontrare l'ostacolo più duro. Subito dopo la presentazione dello studio di fattibilità, infatti, da tutti gli schieramenti politici si è levato un coro di "no". Sono molte le prese di posizione contro l'ipotesi di abbattimento, chi per evitare sprechi, consumo di suolo e colate di cemento e chi per difendere un simbolo milanese conosciuto in tutto il mondo.

Pd e M5S, altolà bipartisan: No a consumo di suolo e nuova colata di cemento

A partire dalla maggioranza, con il consigliere del Pd Carlo Monguzzi, presidente della Commissione ambiente: "L'idea di costruire un nuovo stadio e da respingere perché vuol dire consumo di suolo, consumo enorme di nuovi materiali e, nell’eventualità di demolizione del vecchio stadio, un enorme quantità di detriti da smaltire. Non ce lo possiamo più permettere, Milano ha dichiarato lo stato di emergenza climatica e in tutte le cose dobbiamo cercare di recuperare, manutenere e ristrutturare". Sulla stessa linea il Movimento 5 Stelle: "Le dichiarazioni rilasciate dalle due squadre dipingono lo scenario peggiore. Siamo contrari alla costruzione di un nuovo stadio – ha dichiarato il consigliere Simone Sollazzo – soprattutto perché non possiamo accettare l’ennesima colata di cemento sulla città con la costruzione pure di un polo commerciale".

Lega e Forza Italia: San Siro è un simbolo, impensabile abbatterlo

"La demolizione di San Siro non dev’essere neppure presa in considerazione. Stiamo parlando di un luogo simbolo della nostra storia, un patrimonio culturale per i milanesi e non solo che è giusto tutelare”, è la posizione di Gianluca Comazzi di Forza Italia. “Nessuno si oppone in maniera aprioristica alla costruzione di nuove strutture, purché esse non prevedano la scomparsa del Meazza, che tra l’altro è già stato scelto per ospitare la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali del 2026. Ci batteremo con forza per un progetto di restauro, a nostro avviso la soluzione più ragionevole”. Il leghista Alessandro Morelli, capogruppo del Carroccio a Palazzo Marino, punta il dito contro le proprietà straniere: "La nostra unica certezza è che lo stadio, il Milan e l'Inter fra sette anni saranno ancora protagonisti della città. Del futuro degli stranieri, padroni delle due società, non vi è invece alcuna certezza. Quindi lasciamo le fantasie e la fiction a chi in questi anni ha più volte dichiarato di voler costruire un nuovo stadio, coscienti che San Siro è Milano, esattamente come la Madonnina, il Castello e il Cenacolo".

Intanto anche i comitati di cittadini si mobilitano.  "Promuoveremo una grande mobilitazione popolare in difesa dello stadio per raccogliere le firme previste per l'indizione di un referendum cittadino su San Siro", ha annunciato il presidente del Municipio 7, Marco Bestetti.

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