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Salta l’assistenza sanitaria non-stop, il Pirellone blocca gli incentivi

Salta l’assistenza sanitaria prevista 24 ore su 24 per 7 giorni alla settimana: costi troppo elevati. I medici di famiglia protestano: “I nostri compensi sono fermi da troppo tempo”. Ma uno studio rivela che guadagnano quasi il doppio degli ospedalieri.
A cura di Federica Gullace
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Nove mesi di trattative in Regione, serviti per stabilire che ai medici di base non verrà attribuita alcune mansione aggiuntiva. È questo quanto deciso dal Pirellone a seguito di un lungo studio servito a stabilire che non vi sarà alcun modello sanitario ispirato al decreto Balduzzi, almeno per il momento. Divenuto legge nel lontano novembre 2012, la ratio della norma ha come obiettivo quello di far lavorare i medici di famiglia all’interno delle cosiddette aggregazioni funzionali territoriali, con un orario prolungato volto a garantire assistenza sanitaria continuativa: sette giorni a settimana 24 ore al giorno, in maniera da svuotare le strutture di Pronto soccorso. La motivazione? Troppi costi aggiuntivi. Come ha riportato il Corriere, i medici di famiglia ricevono incentivi al raggiungimento di determinati obiettivi o se soddisfano alcuni parametri: 1.100 euro se vaccinano il 55 per cento dei loro pazienti anziani, che salgono a 1.500 o 1.800 se la percentuale arriva al 75 per cento. Sono previsiti incentivi anche se nello studio ci sono infermiere, segretarie o medici che si alternano all'interno dell'ambulatorio. Tante, troppe le spese a cui dover far fronte, ragion per cui il Pirellone ha deciso che il servizio di assistenza medica di 24 ore al giorno per 7 giorni su 7, così come proposto dall’assessorato alla Sanità lombardo, non sarà offerto.

Non ci sono le condizioni per l'attuazione della legge Balduzzi

Così come ha spiegato Fiorenzo Corti, segretario regionale della Federazione dei medici di famiglia "non ci sono le condizioni per anticipare in Lombardia l'attuazione della legge Balduzzi, rimandiamo tutto di un anno. Mancano finanziamenti adeguati, i nostri compensi sono fermi da troppo tempo, ma le tasse e costi per i nostri dipendenti e per la gestione dello studio sono in continuo aumento". Immediate le polemiche: uno studio presentato dal Sindacato dei medici italiani, ha difatti messo luce sul fatto che i medici di famiglia guadagnano quasi il doppio dei loro colleghi ospedalieri. I primi devono garantire per contratto solo 15 ore settimanali di ambulatorio, retribuite con 61 euro l’ora, contro la presenza in corsia di 38 ore degli ospedalieri, retribuite 39 euro l'ora. Insomma, una busta paga più pesante, che non va di pari passo con l’impegno lavorativo, e che addirittura ha visto i medici d'ospedale ridursi del 30 per cento il premio annuale sugli obiettivi raggiunti, da 1.905 euro l’anno a 1.333.

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