Sala: “Non sappiamo quanti sono gli immuni, autorizziamo i test anche se non sono certi al 100%”
Da una poltrona di Palazzo Marino, nuova "location" del video quotidiano di Beppe Sala indirizzato ai milanesi "perché ho mal di schiena", il primo cittadino del capoluogo lombardo spiega che "non c'è niente di peggio del dover prendere decisioni essendo poco confortato da informazioni o vivendo in una grande incertezza. E oggi noi siamo in una grande incertezza".
Il dubbio: Non sappiamo quanti sono i contagiati
Il sindaco di Milano spiega quali sono i motivi che lo rendono dubbioso: "Punto uno, noi non sappiamo quanti sono i contagiati, sia a Milano che in Italia. Vediamo i dati ufficiali ma i medici ci dicono che "i contagiati saranno dieci volte tanto". Dieci volte tanto!, non il doppio". Sala continua poi snocciolando le sue ragioni passando al punto due: "Qui mi prendo la responsabilità di una mia affermazione: noi realisticamente non sappiamo se i contagiati stanno aumentando, diminuendo o sono stabili. Per due motivi: il primo relativo al numero dei tamponi realizzati. In Lombardia ne sono stati fatti 4mila due giorni fa e 8mila ieri. E poi, perché su indicazione del ministero della Salute, i tamponi vengono fatti ai sintomatici ma si è rinunciato a fare una campionatura della popolazione tramite campioni, ovvero facendo una statistica. Quindi il trend non lo capisci".
L'invito: Facciamo test sierologici anche se non sono sicuri al 100%
A questo punto, dalla sua poltrona rossa, Beppe Sala aggiunge: "Noi non sappiamo quanti sono gli immuni al Coronavirus perché non sono ancora stati autorizzati ufficialmente questi test. Alcune regioni come Emilia Romagna e Veneto sono già partite, la Lombardia no. Però qui mi rivolgo alla scienza e al Governo: dovete autorizzarli, anche se non sono certi al 100 per cento. Perché è peggio non avere nessuna informazione". Ed è qui che il primo cittadino di Milano arriva al punto: "Se la politica deve prendere decisioni e tirare fuori il suo coraggio, valutando i rischi, deve avere informazioni e dati. Perché se no ve lo dico come va a finire: che prevarrà la paura e il garantismo. Che prevarrà quasi l'idea che finché i contagi non si azzerano, non si riapre". E a proposito della ripartenza, Sala dichiara che "oggi io penso che non sia proprio il caso di riaprire, è presto. Ma d'altro canto faccio fatica a comprendere questo processo e a capire cosa, con responsabilità, ci porterà a dire che dobbiamo aprire". Il messaggio del sindaco di Milano si conclude, infine, con l'intento di guardare presto al futuro: "È il momento di cercare di guardare avanti. Non possiamo più continuare a vivere la misura giornaliera ma dobbiamo cominciare a fare ipotesi su quello che succederà".