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Sabbioneta, la madre del bambino ucciso dal padre nell’incendio di casa: “Nessuno mi ha aiutato”

La donna di trentanove anni si sfoga: “Nessuno ci ha aiutato, ho provato fino alla fine a difendere i miei figli”. La donna aveva provato anche a chiedere di poter cambiare le serrature del cancello e d’ingresso alla casa. Già da giugno gli episodi di violenza si erano intensificati: l’ultimo lo scorso 9 novembre.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Marco Zani, il bimbo di 11 anni morto nell'incendio appiccato dal padre Gianfranco, a destra [Foto / Facebook]
Marco Zani, il bimbo di 11 anni morto nell'incendio appiccato dal padre Gianfranco, a destra [Foto / Facebook]

"Nessuno mi ha aiutato". Questo il grido di dolore di Silvia, la donna di trentanove anni che ha perso il figlio Marco, di undici anni, nell'incendio di casa provocato dal marito, con il quale aveva intenzione di separarsi. Salvi gli altri due figli della donna, di 17 e 4 anni, tutt'ora sotto shock nel reparto di Pediatria dell'ospedale di Casalmaggiore. Il marito, Gianfranco Zani, è invece ricoverato nel reparto di Psichiatra, dove è sorvegliato a vista per paura che possa compiere gesti autolesionistici.

E' stata la stessa madre della vittima a raccontare che l'uomo aveva più volte minacciato la famiglia di darle fuoco. "Ci diceva, vi brucio tutto, vi brucio tutto con voi dentro", racconta Silvia, come riporta Repubblica. Lei aveva deciso di separarsi dal marito, che era stato già altre volte aggressivo e violento verso di lei e verso i propri figli. "Ho fatto di tutto per difenderli, ma nessuno mi ha aiutato", ha aggiunto ancora la donna. Tante le violenze registrate da giugno ad oggi, tra denunce ai carabinieri e segnalazioni dell'ospedale, dove il figlio di 17 anni era andato per farsi medicare.

Per Zani l'accusa è quella di omicidio aggravato ed incendio. La donna avrebbe anche filmato le ultime violenze, quelle del 9 novembre scorso, con il cellulare, presentando denuncia ai carabinieri. Da lì era partita una richiesta di misura cautelare da parte della Procura di Mantova: il gip, però, avrebbe deciso di non applicarla, scegliendo come provvedimento l'allontanamento da un raggio di cento metri dalla villetta di via Tasso. Il 14, pochi giorni prima della tragedia, la donna aveva anche chiesto di cambiare serrature d'ingresso e del cancello della villetta. Appena sette giorni fa, invece, la donna aveva presentato richiesta di separazione, senza che lui ne fosse informato. L'ultimo disperato tentativo di allontanarsi dall'uomo prima della tragedia, costata la vita al figlio undicenne.

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