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Rubavano soldi e droga dopo ogni arresto: condanna definitiva per tre poliziotti di Milano

La Corte di Cassazione ha confermato le condanne inflitte a tre poliziotti della Polfer di Milano, accusati di aver rubato droga e soldi ad alcuni immigrati e piccoli spacciatori arrestati nel corso di blitz condotti fuori dalle regole. Gli agenti condannati dovranno scontare dai sette ai cinque anni di carcere.
A cura di F.L.
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La Corte di Cassazione ha confermato le condanne inflitte a tre poliziotti della Polfer di Milano, accusati di associazione a delinquere, peculato, detenzione e spaccio di droga. I tre, l'ispettore capo Clodomiro Poletti e gli agenti Ezio Orsini e Gianluca D'Acunto, durante una serie di retate condotte al di là di ogni regola hanno rubato soldi e droga a immigrati e piccoli spacciatori da loro arrestati. Poi in alcuni casi hanno a loro volta rivenduto la droga.

Le indagini, condotte dal pubblico ministero Paolo Filippini, erano partite dalle denunce presentate dall'avvocato di alcuni immigrati, Debora Piazza. Dagli accertamenti era emersa la condotta illegale degli agenti, che utilizzavano come deposito dello stupefacente rubato negli arresti un locale in via Cima di cui avevano la disponibilità in esclusiva. Tra lo stupefacente sottratto illecitamente, oltre all'hashish, anche diversi chili di cocaina. Ma il bottino accumulato dai tre consisteva anche in auto, denaro, gioielli e alcune pistole.

Nel maggio del 2015 la Corte d'Appello di Milano aveva condannato i tre a pene tra i sette e i cinque anni di carcere. Pene che la Suprema corte ha confermato: Poletti e Orsini sconteranno sette anni e due mesi di carcere mentre D'Acunto dovrà scontare una condanna a cinque anni e otto mesi.

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