“Residente” in carcere per omicidio, è costretto a pagare l’Imu per la seconda casa
Antonio Cavallo sta scontando la condanna per l'omicidio di Ivano Cassetto, trovato morto il 6 dicembre di quattro anni fa. Recentemente ha trasferito la residenza nel carcere di Bergamo, dove è recluso. Ma per lo Stato il suo appartamento ora è diventato una seconda abitazione e perciò ad essa vengono applicate le aliquote Imu maggiorate. Come si trattasse, a tutti gli effetti, di una casa di villeggiatura. La stessa cosa, spiega il garante regionale dei detenuti, Donato Giordano, è successa con qualche anziano che vive in una casa di riposo e spostato lì la sua residenza. "Il problema è la burocrazia, devono fare ricorso al mio ufficio e noi interveniamo", dice.
Ad accorgersi della situazione del recluso, rivelata oggi in un articolo de La Repubblica, sono stati i genitori di Cavallo. "Abbiamo pagato 44 euro ogni anno, per un secondo garage collegato alla nostra casa di Desio. Questa volta sono arrivati due bollettini da 227 e 219 euro. Il primo da pagare entro la fine di settembre, il secondo entro novembre", raccontano. "È una situazione assurda. Il mio assistito non ha la possibilità di lavorare in carcere, e in più si ritrova a dover pagare una somma spropositata di tasse. Cavallo paga già le spese di mantenimento in carcere, e ora queste tasse del tutto illegittime ", dichiara l'avvocato Debora Piazza, legale di Cavallo.