Regione, no alle case popolari per chi sconta i domiciliari: “Schiaffo ai 13.000 che la aspettano”
A differenza da quanto deciso dal Comune di Milano, la Regione Lombardia "non concederà le case popolari ai detenuti che devono scontare i domiciliari". Questo quanto si legge in una nota diramata dalla Regione ufficializzata dalla firma dell'assessore alle Politiche abitative, sociali e Disabilità Stefano Bolognini.
Case popolari ai detenuti? No, schiaffo ai 13.000 in attesa
L'assessore della Giunta del governatore Attilio Fontana ha voluto così prendere posizione e rispondere ad una lettera firmata dal provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria e dal presidente del tribunale di Sorveglianza. Questi due, infatti, nei giorni scorsi avevano inviato lo scritto alla Lombardia in seguito all'ottenimento da parte del Comune di Milano di adibire a situazione temporanea venti appartamenti, chiedendo alla Regione un proprio parere. Parere arrivato forte e chiaro oggi dall'assessore Bolognini che ha vietato che si proceda con le assegnazioni, nonostante abbia ammesso che "non è di nostra competenza", e che "altrimenti lo impediremmo". A detta dell'assessore alle Politiche abitative, sociali e Disabili, l'assegnazione degli appartamenti a coloro i quali sono detenuti e devono scontare la pena agli arresti domiciliari, "è uno schiaffo per i 13.000 milanesi che aspettano la casa popolare". Bolognini ha infine sottolineato che questa "è una scelta del sindaco Giuseppe Sala e del Governo", invitandoli ad assumersene "la responsabilità".