Rapisce la figlioletta di 4 anni e la porta in Marocco: “Non volevo che fosse cristiana”
Un incubo durato due anni quello vissuto dalla 39enne di Bergamo che ha finalmente riabbracciato la figlioletta di 6 anni rapita dall'ex compagno e tenuta lontana in Marocco. La piccola ora parla solo arabo ma ha immediatamente riconosciuto la mamma. Tangeri, Adil E., 34 anni, per due anni convivente della donna prima che fino ai problemi con la giustizia che lo vedevano coinvolto nel narcotraffico (l'uomo era finito ai domiciliari per detenzione di droga ai fini di spaccio) aveva preso con sé la piccola dicendo alla 39enne di volere trascorrere del tempo con lei. Poi l'agghiacciante telefonata che avvertiva della partenza. Destinazione Marocco "Crescerà con i miei genitori" aveva annunciato alla madre. Le ricerche partirono immediatamente, il cellulare dell'uomo fu localizzato mentre si spostava attraverso Chioggia, Lecco, Savona e la Spagna. Mentre la macchina delle indagini si metteva in moto, con tutte le complicanze diplomatiche e di protocollo fra Paesi diversi, intanto il 34enne si allontanava.
Alla base della decisione che aveva strappato la piccola alla madre, sembravano esserci motivi personali legati al rancore e alla gelosia per la nuova relazione dell'ex compagna, ma alle autorità marocchine che lo hanno tratto in arresto Adil ha dichiarato: "La madre e la sua famiglia l’avrebbero voluta educare con i valori cristiani". Intanto due mandati di cattura, europeo e internazionale, vengono spiccati dal pm al suo carico e in diverse occasioni la polizia arriva un passo dall'arrestarlo. Un tempo interminabile per la mamma della piccola, quello delle attese, intervallate da telefonate di minacce, opportunamente intercettate. Intanto la piccola era dai nonni a Fez. Gli inquirenti arrivano vicinissimi alla cattura quando l'uomo propone alla donna un incontro a Brembate. Nel luogo dell'appuntamento il suo cellulare, 400 grammi di coca, ma di Adil neanche l'ombra. Passerà solo poco tempo fino alla cattura da parte delle autorità marocchine. Si attende ora di sapere se il processo si svolgerà in Italia o in Marocco. Madre e figlia intanto si sono ricongiunte.