Dove c'era quell'orrenda scritta omofoba gli studenti hanno deciso di disegnarci una bandiera arcobaleno. Accade all'istituto Severi di Milano ed è una storia che profuma di buono e di speranza. La settimana scorsa qualcuno (erano stati accusati i giovani di CasaPound che però hanno smentito) nel piazzale del liceo milanese aveva scritto: "È inutile che giustificarlo con la biologia i froci non sono naturali" (del resto che gliene frega a questi della biologia, visto che studiano "nella scuola della vita"). Normale una scritta così: nel momento in cui si sdogana il pregiudizio sui neri, sui poveri e sui cenciosi poi alla fina si arriva anche ai gay, basterebbe sapere studiato un po' di storia per rendersene conto, basterebbe ripassare i periodi più bui del nostro Paese.
La preside aveva invitato a riflettere sull'articolo 3 della Costituzione
Nei giorni scorsi la preside (perché sì, esistono sacche di resistenza al degrado e sono soprattutto nelle scuole) in accordo con gli studenti aveva deciso di interrompere le lezioni per non lasciare passare inosservato il gesto e ha invitato tutti gli insegnanti a riflettere nelle proprie classi sull'articolo 3 della Costituzione che ricorda che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Un articolo che di questi tempi andrebbe tenuto in tasca per rispondere all'eco di una bestialità che lascia cadere i suoi rivoli a scuola, nei bar, negli uffici e nelle discussioni di piazza.
L'arcobaleno al posto della scritta omofoba
Ma non è finita qui. Gli studenti, di propria iniziativa, hanno preso le bombolette e lì dove c'era la scritta omofoba ora compare un arcobaleno che è la risposta migliore e che, soprattutto, non può non profumare di speranza. Abbiamo, nelle scuole, ragazzi che da sempre insegnano agli adulti il senso della misura che qui fuori sembra mancare. Abbiamo nelle scuole giovani che davvero danno speranza in un futuro diverso, in una classe dirigente più etica, in un dibattito che finalmente spazzi via questa ostilità fomentata dal cattivismo e dalla disperazione. Quella scritta che ha resistito così poco prima di essere lavata da un'arcobaleno è il sintomo di un'Italia che ancora legge la Costituzione, ancora la applica, ancora si spende per disperdere l'odio rispondendo con i diritti e le regole. E verrebbe voglia di abbracciarli tutti, quegli studenti, uno a uno, per ringraziarli di poter scrivere una bella storia, anche se minima, in questo groviglio di urlacci e di disprezzo. Ecco. Grazie.