Primo Maggio, il messaggio di Fontana: “Dedicato a chi ha lavorato nell’emergenza”
L'epidemia di Coronavirus e il lockdown che ne è conseguito per evitare la diffusione del contagio ha fatto sì che questo Primo Maggio, nel quale si celebra la Festa dei Lavoratori, fosse molto diverso dal solito, soprattutto perché tantissime persone sono oggi senza lavoro, perché non possono svolgerlo o perché, peggio, lo hanno perso. Nella regione dalla quale, in Italia, tutto e partito, nonché quella più colpita e devastata dal virus in termini di contagi e, purtroppo, di decessi, la Lombardia, il presidente Attilio Fontana ha voluto rivolgere, tramite la sua pagina Facebook, un messaggio di speranza: "Questo è un Primo Maggio diverso da tutti quelli che abbiamo vissuto finora. È un Primo Maggio più di attesa che di festa. Eppure, in cuor nostro sappiamo bene – da Lombardi – che non esiste paura del presente che possa impedirci di coltivare la speranza di costruire un futuro di ripartenza" comincia così il discorso del governatore lombardo.
"Ciò che abbiamo sperimentato – prosegue il presidente Fontana – è e sarà per sempre parte della nostra storia. Una storia di lavoro, di sacrificio, di ingegno e di generosa operosità, quella Lombarda. La nostra terra ha dato prova di un rinnovato senso di comunità, reso possibile grazie al prezioso contributo delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno continuato ad operare nell’emergenza. Penso – aggiunge Fontana – allo straordinario sforzo compiuto da tutto il personale sanitario, dagli addetti alle pulizie ai medici, dagli infermieri agli operatori sociosanitari, ma anche a chi ha lavorato nei cantieri dei nuovi ospedali, sulle strade, nelle edicole e negli altri settori essenziali. Un grazie speciale agli agenti delle forze dell'ordine impegnati nei controlli che ci hanno permesso di vivere in sicurezza questo periodo difficile".
Il governatore lombardo, poi, conclude il suo intervento ringraziando anche tutti i suoi corregionali: "Un grazie a tutti i cittadini lombardi che hanno dimostrato intelligenza e disciplina nel sopportare le limitazioni alla libertà, sperimentando al contempo nuove modalità lavorative. Tutti noi abbiamo fatto la nostra parte per superare i giorni più duri di questa crisi. Da oggi ripartiamo, in nome del lavoro, senza temere le sfide di una ‘nuova normalità’, guardando al futuro con fiducia e sicurezza. La Lombardia non ha mai considerato il diritto alla salute in contrapposizione al diritto al lavoro: consapevoli che solo un’economia vivace e solida rende possibile un sistema sanitario e sociale forte, capace di reggere e assistere i cittadini anche a fronte di catastrofi come quella che ci ha colpiti".