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Prima messa di Natale da arcivescovo di Milano per Delpini: “Non rassegniamoci alle tenebre”

Monsignor Mario Delpini celebra la sua prima messa di Natale da arcivescovo di Milano e rivolge un messaggio ai fedeli riuniti al Duomo: “Non rassegniamoci alle tenebre, siamo fatti di luce”.
A cura di Stefano Rizzuti
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“Siamo fatti di luce” e per questo non dobbiamo rassegnarci alle tenebre. È una sorta di invito quello che monsignor Mario Delpini, da poco arcivescovo di Milano, ha rivolto ai fedeli durante la sua prima messa di Natale da quando ricopre questo ruolo. Al Duomo, gremito di fedeli, Delpini ha incentrato l’omelia su questo concetto: “Mi hanno detto che la gente della mia città preferisce le tenebre alla luce: è insidiata dalla paura che venga alla luce ciò di cui si vergogna, teme che si scopra il lato di sé che vuole nascondere, è oppressa da sensi di colpa, da complessi di inadeguatezza, dal soffrire come una umiliazione la propria fragilità”.

L’arcivescovo di Milano continua il suo messaggio: “Mi hanno detto che la mia città preferisce le tenebre alla luce, preferisce la maschera alla verità, preferisce l'apparenza artificiosa alla semplicità, preferisce narrare storie di progressi infiniti”. Su questo concetto espresso rispetto a quella che definisce la gente della sua città, Delpini ha un punto di vista diverso: “Io, però – sottolinea – non mi rassegno, noi non ci rassegniamo a preferire le tenebre: siamo convocati per celebrare il mistero dell'irrompere della luce e accogliamo Gesù e nella sua luce vediamo la luce. E l'irradiarsi della sua luce, il diffondersi della sua gloria manifesta che le paure della mia gente non sono fondate, che la verità più profonda di noi stessi non è la desolazione per il male commesso, la vergogna per la parte di noi stessi che non ci piace”.

Il parere di Delpini è che si debba partire dalla verità che è “più profonda e più luminosa”, oltre che “gloriosa”: “Il mondo è stato fatto per mezzo di lui. Siamo fatti di luce, siamo fatti a immagine del verbo pieno di grazia e di verità. Siamo autorizzati ad avere stima di noi stessi: abbiamo contemplato la sua gloria, gloria del figlio unigenito. A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio”.

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