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Pregliasco: “Al Pio albergo Trivulzio 300 morti tra gennaio e aprile, indagine doverosa”

Al Pio Albergo Trivulzio di Milano ci sono stati “300 morti” tra gennaio e aprile: a spiegarlo questa mattina in una videoconferenza stampa il virologo Fabrizio Pregliasco, supervisore della struttura assistenziale per anziani. Nello stesso periodo tra il 2015 e il 2019 la media sarebbe stata di 189 morti. Il legale dellʼente Vinicio Nardo ha invece spiegato che allʼinterno della struttura “nessuno ha mai detto o messo per iscritto che non si dovevano usare le mascherine per non diffondere il panico”.
A cura di Redazione Milano
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Il Pio Albergo Trivulzio a Milano
Il Pio Albergo Trivulzio a Milano
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Video conferenza per fare il punto sulla situazione all'interno del Pio albergo Trivulzio e chiarire la posizione dello storico ente assistenziale di Milano, al centro di un'inchiesta per epidemia e omicidio colposi da parte della procura di Milano. Un'indagine "doverosa", come hanno spiegato il virologo Fabrizio Pregliasco, che proprio per via della bufera (oltre che giudiziaria, anche politica e mediatica) è stato nominato supervisore della casa di riposo, e l'avvocato Vinicio Nardo, che difende il Trivulzio e il suo direttore generale Giuseppe Calicchio, iscritto nel registro degli indagati. Il Trivulzio confida che l'inchiesta della magistratura, "che non sarà semplice", potrà dimostrare che il Trivulzio ha "fatto tutti i piani prevenzione del rischio necessari". Una posizione naturalmente opposta a quella di chi, in primis i comitati composti da famigliari di vittime e ospiti della Rsa, accusano la struttura di negligenze e comportamenti che avrebbero favorito l'ingresso del virus e la sua diffusione tra gli ospiti, in tanti purtroppo deceduti per via del Covid-19.

Proprio sui numeri Pregliasco ha voluto fare chiarezza: "Ad oggi il Pat registra una positività del 34 per cento dei 900 ospiti della struttura – ha detto il virologo – molti di questi sono in ottime condizioni, molti asintomatici, o con sintomi lievi e sono seguiti secondo le prescrizioni regionali e nazionali rispetto alle terapie". Per quanto riguarda i decessi, tra gennaio e aprile, rispetto al quadriennio 2015-2019, l'incremento è stato del 61 per cento, si è cioè passati da 186 decessi medi a "tristissimi 300 decessi". Tra febbraio e marzo invece l'aumento della mortalità al Pat è stato del 29 per cento, da 89 a 115 decessi. Percentuali di mortalità inferiori a quelle registrate negli stessi periodi a Milano: a marzo "a Milano c'è stato un aumento del 75 per cento rispetto all'usuale, nel Pio Albergo Trivulzio l'incremento è stato del 29 per cento. Mentre nel mese di aprile a Milano si è registrato il 135 per cento di incremento nel numero di soggetti deceduti, mentre al Pat l'aumento è stato del 61 per cento. I dati dunque sono in linea con la situazione che investe l'intera comunità".

Nessuno ha mai detto che non si dovevano usare le mascherine per non diffondere il panico

Nella videoconferenza di questa mattina il virologo ha poi fatto chiarezza sui trasferimenti avvenuti nella Rsa dagli ospedali: dall'inizio dell'emergenza sarebbero 17 i pazienti giunti al Trivulzio, tutti provenienti dall'ospedale di Sesto San Giovanni e con patologie di tipo internistico". Pregliasco ha inoltre spiegato che "i pazienti sono stati inseriti in una struttura dedicata con personale dedicato". Sul tema è intervenuto anche l'avvocato del Pat Vinicio Nardo che ha specificato che "i 17 pazienti erano stati dichiarati no Covid". Il legale ha poi commentato il tema delle mascherine e delle minacce rivolte ai dipendenti dagli stessi dirigenti: "Nessuno ha mai detto che non si dovevano utilizzare le mascherine per non diffondere il panico. In una situazione di penuria generale la gestione delle mascherine è stata oculata, soprattutto nella prima fase è stato tagliato fuori dal flusso delle priorità. Abbiamo dei documenti dei fornitori che dicevano di non poter effettuare la fornitura perché dovevano farlo altrove. Non so dire se ci fossero alla base logiche sanitarie o di mercato, ma di fatto alle Rsa sono stati chiusi i rubinetti, anche rispetto alle forniture ordinarie che il Pat doveva ricevere". Pregliasco ha concluso dicendo che all'interno della Rsa "le azioni sono state sempre sistematicamente adottate, e pure la predisposizione dei dpi, con tutte le difficoltà di approvvigionamento che ci sono state e che ci sono tutt'ora".

"Rispetto alle indagini sierologiche eseguite sugli operatori, che sono ancora in corso per capire qual è stata la diffusione, si è evidenziato un 11% di positività a livello della presenza di anticorpi, un valore in linea con quello di altre strutture sanitarie che stanno eseguendo lo stesso tipo di screening". Pregliasco ha spiegato che è un numero "in aumento rispetto alla media stagionale" e che tra gli operatori sanitari che sono stati in malattia in questo periodo "ad oggi rispetto al risultato dei tamponi solo l'8,5% dei dipendenti è risultato positivo al Covid. Quindi si tratta di valori comparabili ai dati nazionali".

I tamponi nella struttura solo il 16 aprile ma il Pat ha attuato le disposizioni del governo subito

Ora saranno le indagini a chiarire quanto accaduto, anche se come spiegato dall'avvocato Nardo non sarà semplice perché "non è facile dimostrare il nesso causale, in una situazione come questa, dove uno strumento diagnostico certo non c'è, e non si ha nemmeno la certezza di quando il virus si è effettivamente diffuso in Italia, a Milano e al Pat". Il legale del Pio Albergo Trivulzio ha concluso spiegando che i tamponi sono giunti nella struttura solo il 16 aprile, ma che la Rsa aveva già isolato i casi sintomatici, come fossero sospetti, tenendoli in camera o in reparti dedicati: "Tutte le disposizioni del governo e della regione sono state fatte proprie dal Pat da subito", le parole di Nardo.

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