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Pio Albergo Trivulzio, il presidente: ‘Collaborerò con magistratura, voglio la verità’

Il presidente del Pio Albergo Trivulzio, commentando le segnalazioni che hanno portato all’apertura di una inchiesta sulla struttura socio sanitaria, parla di “fatti gravissimi e inquietanti”. Intervistato da La Repubblica, si dice intenzionato a collaborare con la magistratura e invita gli infermieri a fare altrettanto per arrivare alla verità.
A cura di Nico Falco
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Pio Albergo Trivulzio
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Le denunce presentate descrivono fatti che, se confermati, sarebbero gravissimi, e per questo è necessario che la magistratura faccia chiarezza. Commenta così Maurizio Carrara, presidente della Baggina, l'inchiesta della magistratura milanese che ha travolto la struttura socio sanitaria di via Trivulzio. Ha pensato anche alle dimissioni, dice, ma prima vuole vederci chiaro: era convinto che nell'albergo venissero usati i dispositivi di protezione individuale e tutto avvenisse secondo le linee previste per l'emergenza da Covid-19, giura di non sapere nulla della storia diversa raccontata dalle segnalazioni. In questi giorni la magistratura ha iscritto nel registro degli indagati il direttore generale del Pio Albergo Trivulzio, Giuseppe Calicchio: le accuse sono di epidemia colposa e omicidio colposo.

L'iscrizione nel registro degli indagati è "un atto dovuto, credo anche necessario e inevitabile per vederci chiaro, di fronte alla gran mole di denunce delle quali abbiamo notizia a mezzo stampa", commenta Carrara, intervistato dal quotidiano La Repubblica. "Spero sia fatta chiarezza, in ogni sede, e che questi infermieri collaborino anche con la magistratura, come io stesso farò se verrò chiamato – continua – le segnalazioni riportate negli articoli suscitano inquietudine e preoccupazione, se alcune di queste fossero riscontrate sarebbe un fatto gravissimo e inquietante. Condivido la scelta da parte del governo e del ministro della Salute di una Commissione che accerti i fatti e le eventuali responsabilità, un organo amministrativo terzo avrà possibilità di accertare quanto accaduto senza condizionamenti".

Il Consiglio di indirizzo ha chiesto una relazione al direttore generale e il documento verrà messo a disposizione degli inquirenti. Su quanto emerso nei giorni scorsi, ovvero che sarebbe stato vietato ai dipendenti di utilizzare i dispositivi di protezione individuale, di conseguenza creando una situazione di rischio, Carrara spiega che "le rappresentazioni della situazione da parte dell'Unità di coordinamento Cov-2 hanno sempre ribadito che i dispositivi di protezione individuale sono stati forniti nei casi e nei modi previsti dalla normativa Covid. Io giuro sul mio onore che non avevo alcun motivo di dubitare".

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