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Pinacoteca di Brera, dopo oltre 100 anni riapre la porta centrale

Dopo 113 anni è stata riaperta la Porta Gregotti, ingresso principale alla Sala Teresiana della Pinacoteca di Brera. La cerimonia alla presenza del ministro Franceschini, del sindaco Sala e del direttore di Brera James Bradburne: “Un abbraccio alla città”. Franceschini: “Pronti 40 milioni per il progetto della Grande Brera”.
A cura di F.L.
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Dopo 113 anni la Pinacoteca di Brera tornerà ad accogliere i visitatori dal suo ingresso principale. Con una cerimonia alla quale hanno partecipato tra gli altri il direttore James Bradburne, il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, è stata infatti riaperta la Porta Gregotti. Si tratta del punto d'accesso principale alla Sala Teresiana della Biblioteca, la cui funzione era stata messa nera su bianco nella piantina del 1907.

 La Pinacoteca di Brera

C'è voluto oltre un secolo affinché il nuovo direttore inglese di Brera ripristinasse questo ingresso, posto al primo piano, assieme allo storico orologio che la sovrasta. Una "porta delle meraviglie" che Bradburne aveva ammirato da turista, rimanendo però deluso per averla trovata chiusa. Adesso l'eccentrico direttore inglese parla di "atto simbolico" e di "un abbraccio alla città": l'apertura della Porta Gregotti secondo Bradburne è un primo passo per la realizzazione del suo progetto di una "Grande Brera".

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Di cosa si tratta? Di un progetto di valorizzazione delle diverse anime che compongono al momento il palazzo, dove convivono l'Accademia, la Pinacoteca, la biblioteca Braidense, l’orto botanico e l’osservatorio astronomico, e di apertura di Brera alla città. Un progetto si basa in parte anche sull'acquisizione di nuove strutture: come il vicino Palazzo Citterio (dove i lavori sono in corso e dovrebbero terminare nel 2018) e la caserma Mascheroni. In quest'ultima Bradburne vorrebbe, anche sulla spinta di alcuni docenti, allestire aule e laboratori moderni dove poter sperimentare le nuove tecnologie applicate all’arte contemporanea. Per questo progetto, il ministro Franceschini ha affermato che ci sono già pronti 40 milioni stanziati dal governo.

Bradburne, al quotidiano "Il Giorno", ha anche chiarito la sua idea di Grande Brera, dopo le polemiche sollevate da alcuni studenti che temono di vedersi "cacciati" dallo storica Accademia: "L’Accademia può stare qui altri 100 anni. Ma la maggior parte dei docenti sente l’esigenza di un campus moderno". E poi ha precisato: "In discussione non è la spostamento dei pezzi su una scacchiera, ma l’idea di museo vivente nella società". Una visione che l'inglese ha ripreso dal sovrintendente degli anni Settanta Franco Russoli e che vuole portare a compimento. E, considerando quanto ha fatto con la Porta Gregotti, le premesse sono più che buone.

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