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Per Kabobo altri 8 anni di carcere per il ferimento di due passanti

Il gup rinvia a giudizio Kabobo, l’uomo che uccise a picconate tre passanti a Milano e ne ferì altri due, indicando 8 anni di carcere e tre di casa di cura. L’anno corso il colpevole venne condannato a 20 anni di carcere.
A cura di Redazione Milano
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Nuovo verdetto di condanna per Adam Mada Kabobo, l'uomo ghanese trentaduenne che l'11 maggio del 2013 uccise a picconate tre persone nel quartiere Niguarda e ne ferì altre due. L'assassino è stato condannato nel 2014 a 20 anni di carcere per i tre omicidi, a cui se ne potrebbero aggiungere per tentato omicidio altri 8 di carcere e 3 di casa di cura dopo il parere del giudice di udienza preliminare, Alessandra Simion. Il rito abbreviato ha comportato lo sconto della pena di un terzo. Una delle due vittime sopravvissute alla furia di Kabobo – Andrea Carfora e Francesco Niro – si è costituita parte civile nel recente processo. L'aggressione aveva infatti causato a Niro la rottura del naso e la perdita di un dente. A suo favore stato previsto un risarcimento di trentamila euro. Imbarazzo durante la lettura del verdetto, poiché non si trovava in aula un interprete che potesse tradurre il giudizio non solo in bantu, di cui l'imputato parla un dialetto, ma nemmeno in inglese. Questo contrattempo ha comportato un ritardo nell'inizio del processo, fissato prima alle 12.30 e poi realizzatori alle 15.10.

Sul ferimento delle altre due persone coinvolte e sopravvissute all'aggressione si è espresso per ora il gup, che ha emesso un giudizio prognostico e decretato il rinvio a giudizio. Sulla base delle sue indicazioni vi sarà pertanto il dibattimento. La precedente sentenza per i tre omicidi aveva disposto 20 anni di carcere e stabilito la pena accessoria di risarcimento delle famiglie delle persone defunte. Delle tre vittime di quell'alba dell11 maggio 2013, una morì sul colpo, mentre le altre due si spensero dopo diverse ore per le ferite riportate. Furono i carabinieri a fermare e arrestare l'uomo in via Racconigi.

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