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Pavia, fatture gonfiate per corsi di formazione: maxi truffa da 6 milioni al ministero dei Trasporti

La guardia di finanza ha scoperto una truffa ai danno dello Stato per oltre sei milioni di euro messa in atto da un consorzio con sede a Roma e che coinvolge decine di società in tutta Italia. Le indagini della guardia di finanza di Pavia sono partite da una cooperativa di Voghera. Il sistema era semplice ed efficace: attraverso fatture gonfiate per corsi di formazione con costi venivano incassati contribuiti ministeriali, le note di credito con il costo reale non arrivavano mai al ministero dei Trasporti che quindi non poteva rendersi conto del raggiro.
A cura di Simone Gorla
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Milioni di euro versati per finanziare corsi di formazione professionale dai costi esorbitanti riportati su fatture gonfiate. La guarda di finanza di Pavia ha scoperto una truffa messa in atto da un consorzio con sede a Roma che faceva da intermediario con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per tutte le cooperative dei trasporti che volevano accedere ai contributi ministeriali. I costi reali, però, venivano poi regolarmente gonfiati nelle fatture per la richiesta di rimborso. La truffa ai danni dello Stato ammonta a oltre 6 milioni di euro tra 2014 e 2018. L'indagine delle fiamme gialle è partita da una cooperativa di Voghera e avrebbe coinvolto almeno altre 49 imprese.

Truffa allo Stato: denunciate 141 persone

L'operazione "Gordio", coordinata dal sostituto procuratore Paolo Mazza e dal procuratore aggiunto Mario Venditti della Procura della Repubblica di Pavia, ha portato alla denuncia di 141 persone per il reato di truffa aggravata e alla segnalazione di 125 società coinvolte nella frode a vario titolo. La Guardia di Finanza ha, inoltre, sequestrato nell'operazione beni per oltre 2,5 milioni di euro.

Il sistema ideato per truffare il ministero era semplice ed efficace: il consorzio romano chiedeva alle cooperative di presentare per il rimborso delle fatture “gonfiate”. Sulla base di queste fatture il ministero concedeva i finanziamenti. Quando i soldi arrivavano, il consorzio richiedeva una seconda fattura per il costo reale del corso di formazione. Il documento però non veniva trasmesso al ministero in modo tale da non consentire il recupero di quanto pagato in eccedenza.

Al termine delle indagini, su disposizione dei Tribunali di Pavia, Milano, Alessandria, Genova, Cuneo e Treviso, la guardia di finanza ha sequestrato finora oltre 2,5 milioni di euro e ha segnalato 99 responsabili alla Corte dei Conti.

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