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Papà scrive alla scuola: “Mattia non ha fatto i compiti. D’estate gli insegno a vivere”

“Voi avete nove mesi circa per insegnargli nozioni e cultura. Io tre mesi pieni per insegnargli a vivere”, scrive nella lettera inviata agli insegnanti del figlio, Marino Peiretti, papà di Mattia.
A cura di Enrico Tata
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"Voi avete nove mesi circa per insegnargli nozioni e cultura. Io tre mesi pieni per insegnargli a vivere". E quindi il tempo per fare i compiti estivi proprio non c'è. Una lettera che è un'idea della vita, quella di Marino Peiretti, papà di Mattia, entrambi di Varese. Destinatari della missiva, scritta a mano e in bella grafia, sono gli insegnanti del figlio. Peiretti si autodenuncia: Mattia, "come ogni anno" non ha svolto i compiti assegnati per le vacanze perché impegnato in moltissime attività con il padre. "Abbiamo fatto tante cose: lunghe gite in bici, vita di campeggio, gestione della casa e della cucina. Abbiamo costruito la sua nuova scrivania e l'ho aiutato, sponsorizzandolo, e ascoltandolo nel suo interesse primario: programmazione ed elettronica".

La lettera è stata pubblicata da Peiretti su Facebook e condivisa migliaia di volte da genitori e studenti. Mattia, scrive ancora il padre, "ha effettuato notevoli progressi. Sempre convinto del fatto che i compiti estivi siano deleteri non ho mai visto professionisti seri portarsi il lavoro in vacanza, anzi. Voi avete nove mesi circa per insegnargli nozioni e cultura. Io tre mesi pieni per insegnargli a vivere. Sono convinto si presenterà fresco e riposato, nonché volenteroso per il uovo anno scolastico. Diversi docenti, psicologi e avvocati condividono il mio pensiero. Sono comunque a disposizione per eventuali colloqui".

Marino è un musicista, ma ora è in cassa integrazione e sfrutta il tempo per stare con il figlio. Otto anni fa è stato operato al cuore, e il reinserimento nel mondo del lavoro è stato difficile.  "Non sono estraneo al mondo del rapporto educativo con i ragazzi – racconta Marino – Ho lavorato 10 anni in un Centro socio educativo, poi in un istituto con ragazzi che avevano i genitori in prigione e ho fatto anche l'istruttore in acqua. Ho provato sulla mia pelle cosa significa insegnare".

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