Ospedale Monzino: le diagnosticano il cancro, ma sono garze dimenticate

Era il 28 settembre del 2010 quando due medici sottoponevano una donna ad un intervento chirurgico, per eliminare delle vene varicose dalle gambe. Un intervento ritenuto nella norma, quasi di ordinaria amministrazione e non troppo difficoltoso, che però, una volta concluso, aveva portato la signora, una 52 enne milanese, a dei continui dolori e fastidi, ritenuti comunque ordinari e del tutto normali, data l’operazione. Passati tre anni dall’operazione, la donna, dato il non placarsi dei continui fastidi, ritornava in ospedale dove la attendeva una diagnosi terribile: era infatti una metastasi a causarle tutti i problemi sentiti. Attivata la procedura di guarigione, controlli su controlli iniziano però a evidenziare tutt'altro: non si trattava affatto di un tumore, ma di tre garze belle grosse dimenticate dai due cardiochirurghi dell’Ospedale Monzino di Milano risalenti alla operazione dei tre anni precedenti.

Come si legge su Repubblica.it, ai due medici, ovviamente finiti  sotto inchiesta con l'accusa di lesioni colpose, è oggi arrivato l’avviso di chiusura delle indagini da parte del Pm milanese Ferdinando Esposito, che ha concluso il caso stabilendo nel provvedimento: “i due medici non si avvedevano di aver lasciato nel sito chirurgico, a livello della radice della coscia sinistra, una parte delle garze impiegate nel corso dell'operazione, così obbligando la paziente a subire un ulteriore intervento al Policlinico di San Donato Milanese il 26 luglio 2013 per rimuovere le garze dimenticate nel corpo della paziente e scambiate dai sanitaria per una neoformazione di carattere tumorale". Un altro grave caso di malasanità, ritenuto assolutamente imperdonabile per il quale i medici risponderanno per responsabilità civile da trattamento sanitario comminata ad un risarcimento del danno.