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Omicidio Gianna Del Gaudio, in aula la telefonata del marito al 118: “Un delinquente l’ha ammazzata”

“Un delinquente ha fatto male a mia moglie, è passato dal giardino la borsa è a terra”. È stato ascoltato in aula l’audio della telefonata al 118 di Antonio Tizzani, a processo con l’accusa di aver ucciso la moglie Gianna Del Gaudio, insegnante in pensione di 63 anni, la sera del 26 agosto 2016. Da subito l’ex capostazione aveva dato la colpa a un estraneo, ma le indagini si sono poi concentrate su di lui.
A cura di Simone Gorla
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Gianna del Gaudio e il marito Antonio Tizzani
Gianna del Gaudio e il marito Antonio Tizzani

"Un delinquente ha fatto male a mia moglie, è passato dal giardino la borsa è a terra". Sono le parole pronunciate al telefono da Antonio Tizzani, a processo con l'accusa di aver ucciso la moglie Gianna Del Gaudio, insegnante in pensione di 63 anni, nella telefonata al 118 con cui ha dato l'allarme.

Omicidio di Gianna Del Gaudio: in aula l'audio della telefonata del marito al 118

L'audio della chiamata ai soccorsi è stato ascoltato in aula in un'udienza del processo all'ex capostazione di 71 anni. "Un delinquente ha fatto male a mia moglie, è passato dal giardino la borsa è a terra", dice in modo concitato Tizzani all'operatore del 118. La chiamata è partita 40 minuti dopo la mezzanotte del 26 agosto 2016 dalla casa di Seriate, in provincia di Bergamo, dove la coppia viveva. Messo in comunicazione con la centrale operativa dell'Areu (Azienda regionale emergenza e urgenza), il 71enne prosegue: "Mia moglie, non so se è ancora viva, è a terra, qualcuno l'ha ammazzata". Invitato dall'operatore a chiamare la moglie per provare a svegliarla, Tizzani grida "Gianna, amore" e poi "no, non risponde".

Il racconto dei testimoni

All'arrivo dell'ambulanza nella villetta, Tizzani aveva espresso lo stesso concetto. "Me l’hai ammazzata. Se non l'avessi lasciata dieci minuti da sola, sarei morto anche io", avrebbe detto agli operatori, secondo quanto testimoniato dai soccorritori del 118 giunti. Nelle precedenti udienze del processo sono stati ascoltati anche altri testimoni, tra cui anche due ragazze che erano in auto quella sera con i finestrini abbassati a poca distanza dalla casa dove si è consumato il delitto. Hanno raccontato di aver sentito un litigio durato almeno 20 minuti con una voce maschile a una femminile che si alternavano: "I toni erano pesanti e la voce maschile era rabbiosa, roca, e si sentivano frasi minacciose". Poi un improvviso silenzio interrotto da un urlo improvviso di donna.

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