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Nuovo stadio di San Siro

Nuovo stadio di Milano, l’architetto Massimo Roj: “Così rigeneriamo il quartiere di San Siro”

Un percorso di rigenerazione urbana per trasformare un ‘non luogo’, una grande area pavimentata a parcheggio, in un quartiere verde e multifunzionale. Massimo Roj, amministratore delegato di CMR-Sportium, intervistato da Fanpage.it spiega la visione alla base del progetto “Anelli di Milano”, tra i due finalisti scelti da Inter e Milan per il nuovo impianto che dovrebbe prendere il posto dello stadio Meazza.
A cura di Simone Gorla
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Massimo Roj, amministratore delegato di Progetto CMR-Sportium
Massimo Roj, amministratore delegato di Progetto CMR-Sportium
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Dare una nuova vita all'area di San Siro, rivitalizzare un quartiere che oggi quando non ci sono partite o concerti è un deserto di asfalto. Trasformare l'enorme parcheggio in un distretto verde dedicato all'intrattenimento e attivo tutto l'anno. Sono gli obiettivi del progetto "Anelli di Milano", la visione per il nuovo stadio con distretto multifunzionale presentata dal consorzio Sportium+Manica, in gara per realizzare il nuovo impianto che dovrebbe prendere il posto del vecchio Meazza. Massimo Roj, amministratore delegato di Progetto CMR-Sportium, intervistato da Fanpage.it, assicura che il progetto "parte da un percorso di rigenerazione urbana" e sarà attento alle esigenze del quartiere.  Con due promesse. Non dimenticare l’importanza del sito di San Siro e del suo ruolo nella vita e nella memoria dei milanesi. Includere le comunità e i residenti, già sul piede di guerra perché preoccupate di trovarsi un nuovo enorme impianto proprio davanti a casa.

Nella vostra idea per il futuro di San Siro che cosa c'è per i milanesi che non vanno allo stadio, ma vivono questo quartiere?

Il nostro progetto parte da un percorso di rigenerazione urbana. Attualmente il territorio dove sorge lo stadio è un ‘non luogo', una grande area pavimentata a parcheggio. Nel nostro progetto in quello spazio si pensa di creare un'area di città multifunzionale, con attività commerciali, uffici e un albergo. E ci saranno ampi spazi pubblici dedicati alla socializzazione.

Residenti, associazioni e comitati però hanno molte preoccupazioni, a partire dall'impatto acustico. Come li rassicurate?

La questione dell'impatto acustico è stata studiata in modo molto approfondito e il nuovo stadio, anche se sarà più vicino alle case, porterà un notevole miglioramento. Abbiamo ridotto le altezze, quella massima è di trenta metri. Il fronte ovest è completamente chiuso, quindi non c'è la possibilità che il suono fuoriesca, e la copertura è studiata per mantenere il suono all'interno dello stadio e aumentare anche così la partecipazione dei tifosi. Abbiamo pensato a questo effetto "muro di tifosi" a ridosso del campo come già sperimentato nello stadio del Cagliari, che sarà presto realizzato.

I timori riguardano anche l'impatto ambientale di un intervento così ambizioso

Il progetto prevede anche un grande parco, un'area verde che avrà la sua essenza in un parco sospeso. Sopra la copertura delle aree commerciali ci sarà un parco di dieci ettari con alberi ad alto fusto. E in mezzo a questo parco sportivo ci sarà anche il terreno di San Siro. Tornerà a essere ubicato nella stessa posizione attuale. Quindi tutti i cittadini potranno usarlo nel prossimo futuro, portandoci i figli e nipoti a vedere cos'era e dov'era lo stadio Meazza.

Come sarà rappresentato il legame tra la storia e il futuro di San Siro?

Sarà lo stadio di oggi ma anche di domani. Chiunque vorrà lasciare il suo segno potrà avere il suo viso rappresentato su una delle 16mila piastre che comporranno la facciata creata da due anelli iconici, intrecciati e separati. Le immagini dei tifosi del passato saranno posizionate su supporti metallici, che si muoveranno e rifletteranno la luce a seconda del movimento, rendendo così l'edificio una struttura vivente e organica.

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