Nuove moschee: in due casi su tre ribaltato il risultato del bando
Dopo il risultato del bando per la costruzione di tre luoghi di culto da edificare su aree pubbliche a Milano, in due casi su tre il verdetto dettato dal punteggio dei progetti presentati è stato ribaltato. Nel primo caso perché il bando fa divieto esplicito che tutte e tre le aree messe a bando ospitino luoghi di culto della stessa confessione: così l'area di via Marignano a San Donato è stata ‘persa' dal Centro islamico di Segrate, l'ultimo classificato in termini assoluti tra i tre vincitori, per essere destinata all'edificazione di una chiesa evangelica, dato che non potevano vincere tre associazioni islamiche.
Nel secondo caso le cose sono più complicate: l'area di via Esterle, vinta dall'associazione della comunità bangladese, potrebbe però andare alla Casa della cultura islamica di via Padova 144. La ragione? Un contenzioso tra il comune e l'associazione per la chiusura di un locale in via Cavalcanti, contro cui c'è in corso un ricorso al Tar. E, secondo il testo del bando di concorso, gli enti vincitori non possono avere aperti contenziosi legali con Palazzo Marino. Ma la Bangladesh cultural and welfare association non ci sta e annuncia una battaglia legale. "In queste settimane verificheremo chi realmente sarà in campo e avrà i requisiti", spiega l'assessore Majorino. Tempo previsto per l'assegnazione definitiva almeno un mese. Nessun ribaltone previsto per l'assegnazione dell'area del Palasharp, andata ai primi classificati il Coordinamento delle associazioni islamiche milanesi (Caim).