Notte di follia a Pavia, antifascisti “marchiati” con adesivi sulla porta di casa
Una notte di follia nel pavese: decine di casa sono state "marchiate" con un adesivo recante la scritta "Qui ci abita un antifascista", con tanto di barra sulla bandiera rossa e nera, simbolo internazionale dell'antifascismo. Un gesto assurdo che arriva a poche ore dalle elezioni politiche del 4 marzo, e che lascia poco spazio all'interpretazione, così ai possibili autori del folle gesto, che ricorda altre vicende simili risalenti agli Anni Trenta, quando azioni simili furono compiute contro gli ebrei.
Tra le abitazioni "colpite", anche quella di Giacomo Galazzo, assessore alla cultura di Pavia, nonché gli storici attivisti dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia e perfino persone del tutto estranee ad associazioni o militanti, ma risultate "bollate" come antifasciste per aver "contrastato" la propaganda neofascista anche solo attraverso i social network.
Il tam-tam sulla rete è stato immediato: oltre a condividere le immagini del "marchio" sulla propria abitazione, c'è chi punta il dito contro CasaPound e Forza Nuova, considerata dai più come i possibili fautori del gesto (ma che, naturalmente, non è stato rivendicato da nessuno). Luca Casarotti, vice-presidente Anpi di Pavia, ha commentato su Twitter che "anche un componente del comitato della mia sezione ANPI ha trovato sulla porta di casa l’adesivo. Lo stesso altri compagni, membri di organizzazioni o attivisti per proprio conto".
Secco anche il commento di Cecilia Strada, che invece ha commentato su Facebook: "Pare che a Pavia, nella notte, ignoti abbiano appiccicato degli adesivi ‘Qui abita un antifascista' sulle case di diverse persone. Voleva essere un gesto intimidatorio?", ha spiegato, "Io nel dubbio scelgo di risparmiare una fatica agli ignoti: quando torno a casa me lo scriverò da sola sulla porta, qui abita un’antifascista. E molto fiera di esserlo".