“Non ci fanno i tamponi”: infermieri a domicilio protestano contro Regione Lombardia
"Regione Lombardia non ci fa i tamponi". Protestano gli infermieri che assistono a domicilio i malati di coronavirus che necessitano di ossigenoterapia e altre cure cruciali. Il loro lavoro è essenziale per evitare che gli ospedali esplodano di pazienti come avvenuto nei mesi passati, ma l'amministrazione regionale – denunciano – non li sottopone ai tamponi e non rimborsa i soldi investiti dalle cooperative e dalle imprese per fornire i dispositivi di protezione agli operatori sanitari. Lo denuncia all'Agi il presidente dell'associazione Assedo, Massimo Sparpaglione, che paventa il fallimento di queste realtà se non saranno aiutate a sostenere le spese.
La protesta degli infermieri a domicilio
"Se noi andiamo in giro per il territorio ci deve essere data la possibilità di fare i tamponi – spiega il rappresentante all'agenzia Agi -. Alcuni dei nostri associati sono riusciti perché avevano pazienti Adi Covid (cioé in una situazione di fragilità e non autosufficienza, anche parziale, ndr) e le strutture dove andavano gli garantiva il test. Per molti altri non è accaduto. Questi tamponi andrebbero fatti in modo continuativo".
Mancano tamponi e rimborsi per i dispositivi di protezione
C'è poi il problema dei dispositivi di sicurezza, indispensabili per evitare di trasformare gli operatori in veicoli di contagio: "La protezione dei lavoratori richiede un considerevole incremento dei costi. Quando andiamo nelle case, garantiamo che i nostri operatori e i pazienti siano protetti. Dopo due mesi e mezzo dall’inizio di questo servizio che c’è stato chiesto dalla Regione non sappiamo quanto ci pagheranno e se ci pagheranno per l’acquisto dei dispositivi", è la denuncia degli infermieri.