‘Ndrangheta, gli affari in Brianza della cosca Cristello: security, recupero crediti e droga
Il business dei servizi di sicurezza nei locali notturni, ma anche il recupero crediti sfruttando il terrore che incuteva il nome del clan sulle vittime. E poi il narcotraffico, con ramificazioni a livello nazionale e internazionale. È il quadro degli affari della ‘ndrangheta in Brianza, emerso dalle indagini dei carabinieri sulla "locale" di Seregno che hanno portato a 22 misure cautelari in quattro regioni. La cosca Cristello operava in tutta la zona: Desio, Giussano, Verano Brianza, Carate Brianza, Meda e Mariano Comense erano territorio del clan, ancora fortemente radicato nonostante le pesanti condanne a seguito dell’operazione Infinito.
‘Ndrangheta in Brianza, controllo "capillare" del territorio e dell'economia
I militari dei comandi provinciali di Monza Brianza e Como, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, hanno documentato il capillare e totale controllo da parte della ’ndrangheta nelle attività economiche del territorio esteso ora anche alla security delle discoteche comasche, brianzole e milanesi, ma anche all’attività dei rivenditori ambulanti di panini per i quali è la ‘ndrangheta a decidere le postazione e a dirimere eventuali controversie.
La sicurezza nei locali notturni in mano alle cosche
Ai locali venivano imposte agenzie per la sicurezza che in realtà erano una copertura dietro cui si nascondevano soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta. In un'intercettazione uno degli indagati spiega come funzionava il sistema: "Purtroppo nella vita e nei paesi della Brianza ci sono equilibri che vanno oltre il lavoro della sicurezza" perché "qua c'è sempre dietro qualcuno". Le minacce ai gestori che non si affidavano ai buttafuori indicati dal clan erano esplicite: "Chiamo il direttore del locale e gli dico ‘non ti permettere di fare venire un altro da Milano a lavorare dove siamo noi, perché tu il venerdì apri, il sabato sera veniamo noi ti tiro giù tutta la sicurezza e tutti i buttafuori, e chiudi…", sono le parole registrate in un'altra conversazione intercettata.
"Quando mi vedono hanno il terrore": estorsione e recupero crediti
Tra le attività della "locale" di Seregno sono emerse anche l'estorsione e il "recupero crediti", spesso su richiesta degli imprenditori, ma anche di gente comune, che contattavano in prima persona la criminalità per richiedere il servizio. Dalle indagini è risultato chiaro che in molti casi bastava il cognome degli affiliati per spaventare le vittime e convincerle a pagare. È il caso dei i cugini Umberto Cristello, da poco scarcerato per precedente condanna per il reato di associazione mafiosa, e Carmelo Cristello, erano in grado di incutere timore e ottenere omertà grazie al loro nome, come confermato dalle loro parole: "No, no, me li danno! (i soldi ndr). Quando mi vedono il terrore hanno lì dentro!". Se non bastava la fama a spaventare, si passava alle minacce esplicite. Sempre intercettati, gli indagati intimidivano così i loro bersagli: "Vi sparo dai cogl… fino alla gola e vi faccio saltare il cervello… questo poco ma sicuro… e tu lo sai come la penso… te l'ho detto anche a casa tua".
Traffico internazionale di cocaina, hashish e marijuana
Il traffico di stupefacenti passava dal territorio di Seregno arrivando dall'estero: cocaina, hashish e marijuana, approvvigionate attraverso il canale franco-iberico, erano destinate alla distribuzione nelle province brianzola e comasca, ma le sostanze venivano spedite anche in Germania.