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Morto a 20 anni Davide Ciceri: ha raccontato la sua malattia in un libro lucido e toccante

Davide Ciceri, testimonial del Progetto Giovani dell’Istituto dei Tumori di Milano e autore del libro “Dal settimo cielo al settimo piano”, è morto a 20 anni dopo una lunga lotta contro la malattia. Nel suo libro e sulla sua pagina Facebook era riuscito a raccontare in modo ironico, intelligente e toccante la sua esperienza, un viaggio dal “settimo cielo” di un’adolescenza spensierata al “settimo piano” del reparto di pediatria oncologica. A marzo aveva fatto un appello per invitare a sostenere la ricerca sulle malattie rare.
A cura di Redazione Milano
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È morto a 20 anni Davide Ciceri, biker e testimonial del Progetto Giovani dell’Istituto dei Tumori, autore del libro “Dal settimo cielo al settimo piano” in cui racconta la sua esperienza di lotta contro la malattia. Un osteosarcoma, un cancro alle ossa, lo aveva colpito alcuni anni fa, quando aveva solo sedici anni. Lui aveva affrontato la battaglia senza perdere il sorriso, come testimonia anche la sua pagina Facebook, dove con ironia e intelligenza sapeva anche scherzare sulla malattia che lo aveva portato a perdere una gamba.

Lutto a Liscate per la scomparsa di Davide Ciceri

La scomparsa di Davide ha lasciato nel lutto e nell'incredulità la comunità di Liscate, nel Milanese. Nel suo libro-diario il giovanissimo scrittore aveva saputo raccontare in modo toccante il suo viaggio dal "settimo cielo" di una vita spensierata da adolescente appassionato di motocross, snowboard e con tanti interessi e sogni, al "settimo piano" dell'Istituto dei tumori di Milano, dove si trova il reparto di pediatria oncologica.

A marzo l'appello per la ricerca sulle malattie rare

Nel mese di marzo, mentre la pandemia coronavirus si avviava verso il suo picco in Lombardia e scattava una gara di solidarietà per finanziare gli ospedali, Davide aveva scritto sul suo profilo Facebook un appello per ricordare a tutti l'importanza di sostenere la ricerca sulle malattie rare anche al di fuori dell'emergenza. "Ho visto influencer, stilisti, grandi società, gruppi del fantacalcio, curve degli stadi, e chi più ne ha più ne metta, donare o avviare raccolte fondi da diversi milioni di euro con lo scopo di dare un aiuto che possa realmente fare la differenza in questa tragica situazione del coronavirus. Una cosa piacevole da vedere perché è la dimostrazione che l’unione fa la forza", scriveva Davide. "Allo stesso tempo un po’ questa cosa mi rende triste", continuava il suo post, "mi piace pensare alla generosità della gente ma non mi piace pensare che è stato fatto soltanto in un momento di pericolo generale e per una cosa che tutti si sentono molto vicina".

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