Milano, ora i vigili che fumano in ufficio rischiano il posto
Rischiano addirittura il licenziamento gli agenti della Polizia Municipale di Milano che verranno sorpresi a fumare negli uffici o negli spazi comuni. Lo ha stabilito il Comando centrale della provincia. Il provvedimento verrà reso noto a tutte le sedi con una circolare diffusa nei prossimi giorni. Si va da un semplice multa a provvedimenti disciplinari che prevedono la sospensione dello stipendio e possono comportare, nel caso in cui l'infrazione venga ripetuta per la terza volta, addirittura il licenziamento.
È la linea dura adottata dai vertici della Polizia municipale del capoluogo lombardo per scongiurare richieste di risarcimento danni interne al personale. Una recente sentenza del tribunale stabilito il pagamento di un risarcimento di 10mila euro da parte dell'amministrazione comunale a una vigilessa del Comando di zona7 che, dopo avere presentato svariati esposti ai suoi dirigenti si era infine rivolta al Tar. Un'indennizzo salato ma equo riconosciuto all'agente che per anni aveva subito il fumo passivo dei suoi colleghi. I corridoi e gli spazi comuni, racconta, erano quotidianamente appestati dal fumo. Oltre ad essere rappresentata dal suo avvocato Carmen di Salvo, la donna è stata sostenuta nella sua battaglia per la salute dal sindacato Usb di categoria, che ha ricevuto altre richieste di aiuto da altri vigili che minacciano addirittura una "class action nei confronti dell'amministrazione comunale, colpevole di non aver salvaguardato la loro salute con precise regole di condotta. In realtà, anche se non possono essere sanzionati i vigili sorpresi a fumare all'aperto "nessun agente dovrebbe fumare in servizio" – ammette Antonio Barbato, capo dello staff del comando milanese- "coloro che indossano una divisa devono astenersi dall’accendere la sigaretta, ovunque si trovino".