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Milano, un’enorme bisca clandestina a cielo aperto al parco Testori

Un cronista del Fatto quotidiano si è introdotto di notte con una telecamera nascosta al parco Testori, a nord di Milano, documentando come l’area diventi un’enorme bisca clandestina con roulette artigianali, poker e altri giochi d’azzardo.
A cura di F.L.
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Parco Testori, periferia nord di Milano, esterno notte. Quella che di giorno è un'area verde pubblica, di sera diventa un'enorme bisca clandestina riservata a filippini e sudamericani. La denuncia arriva da un video girato da un cronista del Fatto quotidiano, che si è introdotto nottetempo nel parco con una telecamera nascosta documentando ciò che tutti i residenti della zona sanno bene, ma che la polizia continua a negare. Quando il sole tramonta e anche ben oltre la mezzanotte centinaia di persone si riversano nel parco, che diventa una sorta di casinò "artigianale". Ci sono tavoli da gioco con roulette improvvisate, si può scommettere sui dadi o giocare a particolari tipi di poker. E, nella pausa tra un gioco e l'altro, ci si può rifocillare alle tante bancarelle – tutte abusive – che vendono pesce fritto preparato su fornelli alimentati a gas, illegali e pericolosi.

Milano, bisca clandestina a cielo aperto al parco Testori

Le scene di totale anarchia, documentate dal video del Fatto quotidiano, sono accompagnate dalle denunce degli abitanti della zona e dalle dichiarazioni di Enrico Fedrighini, consigliere per i Verdi in zona 8:  "Il Testori è uno spazio di tutti che di fatto diventa territorio di pochi, off-limits. È questo il disagio che vivono gli abitanti". Dall'altra parte però ci sono le dichiarazioni del vicequestore Antonio D'Urso, a capo del commissariato di Quarto Oggiaro: "Non ci sono bische clandestine, solo gente che cerca ristoro dal caldo". Si dovrà ricredere, perché le immagini, nonostante l'oscurità della notte, parlano chiaro: di notte al parco Testori circola parecchio denaro, e come sempre quando ci sono di mezzo i soldi non mancano anche liti e risse. E che le attività che si svolgono nel parco non siano propriamente legali lo dimostra anche l'atteggiamento minaccioso di alcuni dei presenti, quando hanno iniziato a sospettare che il cronista del Fatto quotidiano non fosse un giocatore d'azzardo ma un curioso: alla fine, il giornalista è dovuto scappare di corsa per evitare guai.

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