Milano, un cittadino ogni 20 ha sviluppato gli anticorpi al Covid prima del 21 febbraio
Ci sarebbe almeno un milanese ogni 20 testati ad aver sviluppato gli anticorpi contro il Coronavirus ben diverse settimane prima del 21 febbraio, giorno in cui è stato quello che per molto tempo è stato creduto il "paziente 1" a Codogno. La conferma è arrivata da uno studio del Policlino di Milano basato sui dati ricavati dai donatori di sangue.
Circa il 5 per cento dei donatori aveva gli anticorpi prima del 21 febbraio
La ricerca, che è stata pubblicata sul sito medRxiv, dice che all'inizio dell'epidemia da Covid, circa il 5 per cento dei donatori aveva già sviluppato gli anticorpi al Covid-19. Tale percentuale è salita al 7,1 per cento a inizio aprile. Ciò significa che all'interno dell'area metropolitana di Milano era già presente un ampio numero di soggetti rimasti contagiati dall'infezione. Lo studio è stato basato su un campione casuale di 800 donatori che si recano di frequente al Policlinico di Milano che vanta più di 40.000 donatori l'anno.
Il test usato ha una sensibilità del 100 per cento
Inoltre, secondo quanto riportato dallo studio, è stato accertato che il virus si può trasmettere solo per via aerea, e non per via trasfusionale o ematica. A tal proposito si è espresso anche Luca Valenti del Dipartimento di Medicina Trasfusionale ed Ematologia del Policlinico di Milano che, insieme a Daniele Prati ha coordinato e progettato lo studio: "Il test usato – ha detto Valenti – ha una specificità del 98,3% contro questi anticorpi e una sensibilità del 100%, producendo quindi risultati davvero affidabili. Lo studio è stato possibile grazie anche ai campioni di sangue archiviati nella Biobanca del Policlinico, una raccolta sistematica di materiali biologici che conserva in condizioni sicure tutti questi campioni, in modo tale da poterli recuperare o analizzare in caso di bisogno».
Lontani dall'immunità di gregge
Stando ai dati raccolti, è stato evidenziato come siano stati i soggetti più giovani ad essere stati esposti al contagio, mentre nei periodi più recenti l'età media si è alzata e non di poco. "È il primo studio sierologico su persone asintomatiche che ci dice chiaramente come molti avessero già incontrato il virus, ma anche come siamo ben lontani dall’immunità di gregge», dice Daniele Prati, direttore del Centro Trasfusionale del Policlinico di Milano.