Milano, trovato un uomo morto nel boschetto della droga di Rogoredo: forse ucciso da un’overdose
Quando i soccorritori del 118 sono giunti in via Sant'Arialdo, a Milano, nei pressi del cosiddetto "boschetto della droga" di Rogoredo, l'uomo era in condizioni disperate ed è morto poco dopo il suo arrivo in ospedale. A richiedere il loro intervento sono stati alcuni frequentatori del posto che intorno alle 14.30 di domenica 7 aprile hanno notato il corpo apparentemente senza vita di un uomo all'interno dell'area boschiva tristemente nota per essere luogo di spaccio e di consumo di droga da parte di numerosissimi. I sanitari hanno raggiunto il luogo in pochissimo tempo individuando subito la vittima che soccorsa è stata trasportata d'urgenza al Policlinico di San Donato dove è spirata poco dopo il suo arrivo. Non è ancora chiaro cosa ne abbia causato il decesso, se un malore o un'overdose. Accanto al corpo della vittima infatti, un 50enne, italiano e residente a Milano, sarebbe stata trovata una siringa così come raccontato dai carabinieri della compagnia di Monforte giunti poco dopo sul luogo. Intanto sono stati disposti gli accertamenti del caso sulla salma per cercare di capire cosa sia accaduto.
Ad aprile sarà attivo un presidio della polizia all’interno della stazione di Rogoredo
Solo pochi giorni fa il ministro dell'Interno Matteo Salvini aveva annunciato la decisione di stabilire nuovamente un presidio fisso della polizia all'interno della stazione di Rogoredo, per cercare di monitorare la situazione nella zona, da anni in balia di spacciatori e consumatori. Una decisione frutto anche di una richiesta diretta del sindaco di Milano Beppe Sala che a più riprese aveva chiesto un intervento mirato del governo per risolvere il problema. Sul presidio della polizia nella stazione di Rogoredo il vicepremier Salvini ha specificato che si tratta solo di una parte del percorso messo in atto per risolvere la questione: "I lavori dovrebbero finire ad aprile e quindi si parla di qualcosa che entro un mese sarà realtà – ha spigato – sei, otto uomini per iniziare. Da quanto dice il prefetto, al di là degli arresti e dei sequestri, sono anche le decine di ragazzi che spontaneamente hanno accettato di andare a farsi curare in comunità. Quelle persone che hanno accettato di iniziare un percorso di recupero sono il successo più bello".