Milano, troppo sangue nella foto: rimosso maxi poster di Salmo. Il rapper sbotta: “Andate a f…”
Questa volta la campagna non ha suscitato lo stesso fascino e ammirazione delle precedenti, quando le sue trovate di marketing sono state incredibilmente spiazzanti e innovative. Il rapper Salmo si è visto togliere dai Navigli un poster pubblicitario su un palazzo in ristrutturazione in cui ricordav ai suoi fan l'appuntamento a San Siro per il 14 giugno 2020, unica data italiana del tour che lo porterà in giro per il mondo. A scatenare le polemiche e il conseguente ritiro dal luogo pubblico del cartellone, è stata l'immagine utilizzata in cui lo stesso Salmo veniva ritratto col volto coperto di sangue. Un'immagine considerata troppo forte che avrebbe potuto ledere la sensibilità del pubblico.
La reazione dell'artista: "Andatevene a f…"
Il tutto è stato "denunciato" dallo stesso artista tramite il suo profilo Instagram, dove ha condiviso degli scatti del luogo di affissione in due momenti diversi, uno precedente alla rimozione e uno successivo, accompagnato da un commento in cui non le manda a dire a nessuno. "Il cartellone è stato segnalato e rimosso – ha scritto -. Davvero vi spaventa così tanto il sangue finto? Eppure siamo bombardati da immagini forti ogni giorno, i vostri figli sparano e ammazzano gente nei video giochi e sono liberi di vedere su i social le peggiori brutalità". Poi l'amara chiosa: "Ovviamente penserete sia l’ennesima mossa di marketing. Andatevene a f…". Le parole utilizzate non lasciano spazio a dubbi, seppur tra i suoi fan c'è stato chi non le ha condivise. Uno dei commenti sottostanti il post infatti recita: "Sì dai lebon (Salmo, ndr) fa cagare sto cartellone. Ho un figlio di 8 anni e lo farei voltare di là se ci passassi davanti", in forte contrapposizione con i soliti messaggi di sostegno in cui viene accusata la "mentalità italiana". Ora, il palazzo è rimasto spoglio del vestito promozionale, ma non è detto che possa essere riaddobbato con un nuovo poster, magari dello stesso Salmo, che tenga conto della sensibilità altrui a differenza di quanto fatto col precedente.