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Milano, trapianti record all’ospedale Niguarda: 15 organi salvano 11 pazienti tra cui due bambini

La donazione degli organi da parte di quattro persone decedute nell’arco di poche ore ne ha aiutate altri undici a sopravvivere, tra cui due bambini. È accaduto durante le festività all’ospedale Niguarda di Milano, dove sono stati effettuati 15 trapianti di organi in appena cinque giorni. L’ospedale ha sottolineato l’importanza della donazione: “Ciascuno diventa responsabile della salvezza di altre vite”.
A cura di Filippo M. Capra
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immagine di repertorio
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Allo scadere del 2019, da una notizia tragica ne è seguita un'altra positiva, come la "vita ridata" a chi rischiava a sua volta di perderla. Quattro persone di età compresa tra i 19 e gli 81 anni, scomparse sul finire dell'anno, ne hanno aiutate altre undici – tra cui due bambini – a salvarsi dopo che i famigliari dei primi hanno acconsentito alla donazione degli organi. È questa la curiosa, quanto drammatica per qualcuno e lieta per altri, storia che arriva dall'ospedale Niguarda di Milano, dove sotto Natale sono stati realizzati quindici trapianti di organi diversi.

Trapiantati 15 organi in cinque giorni: il sì alla donazione è sì alla vita

Come comunicato dallo stesso ospedale, "in soli 5 giorni sono stati prelevati 15 organi da 4 pazienti deceduti in ospedale, che sono stati poi trapiantati a 11 persone, tra cui due bambini". Per le operazioni, sono stati impiegati un numero non indifferente di medici, dottori, tecnici e personale di sala, che hanno accumulato un totale di 30 ore di sala operatoria in pochi giorni. La struttura ospedaliera sottolinea comunque quanto difficile possa essere per i famigliari delle persone scomparse provare la gioia di poter salvare la vita a qualcun altro, accentuando ulteriormente la benevolenza del gesto in un momento così duro, visto che la donazione degli organi "può riaccendere una speranza di vita a chi non ha altre possibilità di sopravvivenza". Così facendo, le quattro persone decedute hanno potuto ridare speranza a chi versava in condizioni tragiche, proiettate verso una fine simile. "La donazione implica un nuovo modo di concepire i rapporti fra le persone – continua l'ospedale in una nota – perché ciascuno diventa responsabile della salvezza di altre vite con un semplicissimo, ma non banale, sì, che è un "sì" alla vita".

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