Milano, rubata la corona alla lapide del partigiano Carlo Ciocca, martire in un campo di sterminio
Un nuovo sfregio alla memoria e alla storia della Resistenza milanese, ancora una volta un oltraggio vigliacco consumato di notte come già accaduto un anno fa. È stata rubata la corona alla lapide che ricorda il sacrificio del partigiano Carlo Ciocca, posta solo pochi giorni fa, in occasione delle celebrazioni per il 25 aprile in via Palmieri 18 a Milano. Ancora una volta non sappiamo chi siano i responsabili, che hanno agito in segreto.
Milano, nuovo sfregio alla memoria della Resistenza: rubata la corona per il partigiano Carlo Ciocca
Un anno fa, la notte prima della festa della Liberazione, qualcuno aveva dato fuoco alla corona in memoria di Carlo Ciocca, danneggiando anche la lapide che ricorda il giovane deportato nel lager nazista di Ebensee, deceduto il 30 aprile 1945. Il gesto vigliacco si è ripetuto dodici mesi più tardi. Questa volta la corona dedicata a Carlo, appena deposta, è stata sottratta. "Continueremo, nonostante le gravi azioni dolose e i ripetuti oltraggi a lapidi dedicate ai Combattenti per la libertà, come quelli verificatisi nei confronti di Carlo Ciocca, a tenerne viva la Memoria – afferma Cenati -, infinitamente grati per essersi battuti per la libertà di tutti noi".
L'Anpi: Continueremo a tenere viva la memoria
La nuova corona posta quest'anno è stata una delle poche iniziative permesse in un 25 aprile di quarantena a causa della pandemia di coronavirus. "La scelta di porre una corona alla memoria di Carlo Ciocca, fiero oppositore al regime nazifascista, è stata dettata dal valore simbolico rappresentato dalla lapide a lui dedicata, che un anno fa, proprio nella notte del 25 aprile, aveva subito pesanti danni per un incendio di origine dolosa", ricorda il presidente milanese dell'Anpi, Roberto Cenati. "Il gravissimo gesto aveva sollevato profonda indignazione da parte degli abitanti della zona. La mattina dopo una bambina, Sofia, aveva preparato una coroncina e un un cartello con la scritta: ‘Tranquillo Carlo, ci pensiamo noi'. Qualche mese più tardi su iniziativa delle Sezioni Anpi della zona 5 la lapide è stata restaurata".