Milano, ruba un diamante da 52mila euro da una gioielleria nel quadrilatero della moda: arrestato
Una truffa ben architettata è stata sventata dalla polizia di Stato al Quadrilatero della moda di Milano, una delle zone più famose (e costose) dello shopping meneghino e mondiale. Un uomo di 42 anni, con l'aiuto di un complice, era riuscito a portare via dalla gioielleria Scavia in via della Spiga un diamante del valore di 52mila euro. Il truffatore, però, è stato bloccato dai poliziotti giusto in tempo: era in stazione Centrale, pronto per salire su un treno che avrebbe fatto perdere le sue tracce.
Il finto emissario col finto assegno
L'episodio è avvenuto ieri mattina ma la truffa risale ad alcuni giorni fa, quando un presunto cliente ha telefonato alla gioielleria facendo sapere si essere interessato all'acquisto del diamante e prendendo appuntamento in negozio. Ieri effettivamente qualcuno si è presentato in gioielleria: il 42enne, presentatosi come emissario del fantomatico cliente, ha consegnato ai dipendenti della gioielleria un assegno da 52mila euro per pagare la pietra preziosa. Poi ha lasciato agli addetti del negozio tutto il tempo per verificare l'autenticità dell'assegno, che risultava emesso da un istituto di credito cooperativo. Il dipendente addetto agli incassi della gioielleria ha portato l'assegno di persona a una banca lì vicino: il direttore della filiale ha personalmente chiamato la sede dell'istituto di credito, dopo aver trovato il numero su internet, ricevendo da un presunto dipendente dell'istituto conferma della validità dell'assegno. Qualcosa nella telefonata deve aver insospettito il direttore della filiale, che ha chiamato una seconda volta l'istituto di credito cooperativo ricevendo la medesima risposta affermativa dalla stessa persona con cui aveva parlato in precedenza.
Gli scrupoli del direttore di banca e l'arresto
A quel punto, visto tra l'altro che la persona che aveva consegnato l'assegno aveva detto di dover prendere un treno, dalla gioielleria hanno lasciato andare via l'emissario con la pietra preziosa. Ma i dubbi del direttore di banca lo hanno spinto a chiamare una terza volta l'istituto di credito cooperativo, questa volta componendo un numero di telefono diverso, quello del centralino, anche questo trovato su internet. Ed è stato allora che un altro dipendente dell'istituto, in questo caso reale, ha detto che l'assegno non era stato emesso dall'istituto bancario. A quel punto la truffa è stata scoperta: poteva essere troppo tardi, ma fortunatamente la polizia, proprio grazie alle informazioni fornite dal truffatore in gioielleria, è riuscito a bloccarlo appena prima di prendere un treno. Adesso è caccia al complice, che probabilmente era riuscito a intercettare una linea telefonica dell'istituto di credito per spacciarsi per uno dei dipendenti.